A dirla tutta, la ‘trama’ non è propriamente esaltante. Però ha un merito: è cucita addosso ad un determinato target, quello dei neo nostalgici. Un incrocio tra i 99 Posse e Mon Amour. Che poi non stiamo parlando di una nuova serie Netflix, ma del Pd di Elly Schlein. Con la festa nazionale di Ravenna, si chiude una stagione in cui la segretaria si è concentrata sui fondamentali del partito di cui è diventata segretaria con un vero e proprio blitz a febbraio.
Un’operazione, che quando viene applicata in altri campi, si chiama ‘opa ostile’. Così la neo iscritta ha utilizzato questi mesi per mettere a fuoco la potenziale fascia degli acquirenti del nuovo prodotto. Il primo problema quindi il rapporto con i 5 stelle, una relazione nata all’ombra di Nicola Zingaretti, che subì un brusco stop con l’ultimo segretario.Superate le iniziali timidezze (il voto in Molise), la segretaria poi ha proseguito con determinazione. Da quasi amici ad amici per la pelle. Con due mosse fondamentali, ha azzerato le distanze: la proposta di legge sul salario minimo, con la concessione all’alleato della prima firma del testo, la contrarietà al progressivo avvicinamento del 2% delle spese militari, concordato con la Nato, cavallo di battaglia dei 5 stelle. Così l’apoteosi della fusione avverrà alla festa nazionale di Ravenna il 9 settembre, quando a salire sul palco sarà proprio Giuseppe Conte, affiancato ‘obtorto collo’ da Stefano Bonaccini.
Anche l’affondo degli giorni scorsi sul JobsAct, ‘sosterremo il referendum abrogativo della Cgil’, cementifica la relazione tra il Nazareno, Conte, e Maurizio Landini. Ora non resta che aspettare i dati del ‘mercato’. Chi sono gli acquirenti del nuovo ‘Pd’?
A quale percentuale si fermerà nel giugno del ‘24, il cosiddetto zoccolo duro? Quello infatti sarà il primo e vero scoglio che dovrà superare Elly. Dalle parti di Energia popolare sognano già una nuova serie: la presa del Nazareno, in pratica dall’estate militante a quella della riconquista.