I numeri
Emergenza plastica nei mari: il 95 % dei rifiuti proviene da 10 fiumi
Uno dei problemi principali che il pianeta sta cercando di combattere è l’emergenza rifiuti. In particolar modo l’allarme plastica che affolla i mari aumenta in maniera esponenziale, arrivando a cifre come migliaia di tonnellate. La plastica in realtà è stata considerata una delle invenzioni di maggior successo dell’umanità: economica, resistente e multifunzionale la sua scoperta fu accolta con entusiasmo. Eppure, a meno di cento anni di distanza, la plastica rappresenta una delle principali catastrofi ambientali della nostra epoca. I dati registrati sul numero di plastiche che popolano la nostra terra contano circa 8,3 miliardi di tonnellate di materiale dagli anni ’50 fino al 2015 . Solo il 9% di tutti i rifiuti di plastica è stato riciclato e un altro 12% è stato incenerito. Ciò significa che quasi l’80%, l’equivalente di quasi 6,3 miliardi di tonnellate, si è trasformato in rifiuto condannato a discarica che ostruisce l’oceano. Inoltre, molti rifiuti si sbriciolano in minuscoli frammenti, definiti microplastiche, e vengono ingeriti dagli organismi marini. Ogni anno la plastica uccide circa 1 milione di uccelli marini, 100.000 mammiferi marini e un numero inquantificabile di pesci.
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I FIUMI PIU’ INQUINATI – Una nuova ricerca condotta a Lipsia, in Germania, ha rivelato che fino al 95% della plastica trasportata che finisce negli oceani arriva da 10 fiumi, quasi tutti in Asia. La classifica dei dieci fiumi che trasportano più plastica al mondo sono: il fiume Yangtze, il fiume Indo, il fiume Giallo, il fiume Hai, il fiume Nilo, i fiumi Meghna, Brahmaputra e Gange, il fiume delle Perle, il fiume Amur, il fiume Niger e il fiume Mekong. Questa sfilza di nomi evidenzia che il problema della plastica riguarda l’intero pianeta, ma ci sono aree più inquinate di altre. I grandi corsi d’acqua sono trasportatori efficienti di rifiuti di plastica verso gli oceani, specialmente nei paesi in cui manca un’infrastruttura di gestione dei rifiuti ben sviluppata. Gli scienziati hanno analizzato i dati sia sui detriti microplastici (minori di 5 mm) come perline e fibre, sia sugli oggetti macroplastici (bottiglie di plastica, sacchetti, ecc.). Nello specifico l’analisi condotta indica il fiume cinese Yangtze come il maggior trasportatore di rifiuti con 1,5 milioni di tonnellate di plastica. Questo equivale ad una cifra superiore a tutti gli altri nove fiumi messi insieme.
L’Indonesia è risultata uno dei principali contribuenti del continente asiatico con quattro fiumi sotto osservazione: Brantas, Solo, Serayu e Progo, che trasportano rispettivamente 38.900, 32.500, 17.100 e 12.800 (range 9.800-22.900) tonnellate di plastica all’anno. Mentre la consapevolezza del problema è in aumento, anche l’inquinamento da plastica è ancora in aumento. Se le attuali tendenze continueranno su questa scia, la quantità di plastica scaricata nell’oceano aumenterà a un camion ogni minuto fino a uno ogni 15 secondi nel 2050, quando i rifiuti di plastica supereranno letteralmente tutti i pesci nell’oceano. Una via d’uscita si potrebbe trovare nella concentrazione degli sforzi di gestione dei rifiuti solo su questi 10 fiumi potrebbe mettere a dura prova la tendenza all’inquinamento da plastica. Se da un lato si evidenzia la pericolosità del fatto che la quasi totalità della plastica arrivi da un così ristretto numero di corsi d’acqua, dall’altro sarebbe più facile intervenire. Dimezzare lo scarico di rifiuti di plastica a Yangtze, Gange, Niger e gli altri a seguito ridurrebbe il flusso globale di plastica trasportata dai fiumi negli oceani di non meno del 45%.
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