Entro il 2023 lavori di restyling a Palazzo di Giustizia e a Napoli nord

A Napoli gli obiettivi sono fondamentalmente due: il Palazzo di Giustizia al centro direzionale e il Tribunale di Napoli nord. Due realtà giudiziaria grandi e strategiche, e al tempo stesso piene di criticità e problemi che si trascinano da anni. Gli obiettivi sono quelli che ci si è posti con lo studio della Commissione sugli uffici giudiziari del Sud. E dallo studio sono emerse, tra le varie, le priorità di Napoli e Napoli nord.

Entro il 2023, dunque, si prevede di ristrutturare il Palazzo di Giustizia di Napoli, con ammodernamenti che riguarderanno la pavimentazione, le scale mobili, gli ascensori, l’installazione di defibrillatori. E interventi a Napoli nord, in particolare per quanto riguarda gli uffici e le aule. La Commissione che ha lavorato alla diagnosi dei problemi strutturali dei Tribunali e alle proposte di soluzione è una Commissione interministeriale, voluta dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia e dalla ministra per il Sud Mara Carfagna. Riflettori sulla giustizia al Sud, dunque. Sulla mappa geogiudiziaria, è proprio nelle città del Mezzogiorno che si trova la maggior parte delle sedi giudiziarie. Basti pensare che al Sud si trovano il 55% delle Corti di Appello e il 44% dei Tribunali. In termini di procedimenti pendenti, il “peso” del Sud è superiore al 50% del totale nazionale, sia in primo sia in secondo grado. Quanto alla durata dei processi, è al Sud che i processi sono più lenti e duraturi.

Quando alla cosiddetta clearance date, cioè alla capacità di smaltimento dei flussi dei processi in ingresso, la media del Sud è in linea con quella nazionale. Il 100% delle Corti e l’85% dei Tribunali, negli ultimi anni, ha registrato una clearance date superiore al 100%. È sui processi arretrati, sui fascicoli che si accumulano sulle scrivanie delle cancellerie e degli uffici dei giudici che si registrano dati diversi, altalenanti tra un Tribunale e un altro. Sia in primo che in secondo grado a valori simili dell’arretrato corrispondono capacità di smaltimento dei flussi in entrata talvolta molto diverse. Di certo, l’incidenza dell’arretrato ha un peso in termini di durata, sicché dove c’è più arretrato i processi durano di più. Un dato scontato, facilmente immaginabile. Conforta che negli ultimi anni si registra un trend di miglioramento sugli indicatori di pendenza e arretrato, sia per le Corti di Appello che per i Tribunali del Sud.

Ad aggravare il tutto c’è, poi, l’altissimo tasso di turnover dei magistrati (che nel 66% dei casi è all’origine di lungaggini processuali e aumento dei processi arretrati) e la scarsa diffusione, negli uffici giudiziari del Sud rispetto a quelli del Nord, di un sistema di controllo di gestione completo e flessibile che consenta interventi preventivi e tempestivi da parte dei presidenti di tribunale e dei presidenti di sezione.