La mossa di Ankara dopo l'avvertimento del Cremlino
Erdogan contro l’adesione alla NATO di Finlandia e Svezia, il Sultano cede alle ‘minacce’ di Putin
Mosca chiama, Ankara risponde. Sull’ingresso nella NATO di Finlandia e Svezia, col governo di Helsinki che nella giornata di giovedì ha di fatto annunciato come imminente la presentazione della domanda di adesione all’Alleanza Atlantica, torna a rinsaldarsi l’asse tra Putin e Recep Tayyip Erdogan.
Una lunga amicizia tra i due leader messa almeno parzialmente in discussione dalla fornitura da parte turca dei temibili droni Bayraktar TB2 all’esercito di Kiev, una vera e propria spina nel fianco per le forze armate russe impegnate nella “operazione militare speciale” in Ucraina.
Russia che per Ankara è un partner commerciale di rilevante peso, oltre a essere fornitore di sistemi d’arma: il governo di Erdogan proprio recentemente ha acquistato da Mosca il sofisticato sistema antimissilistico S-400, nonostante la contrarietà e le proteste degli Stati Uniti, ma in Turchia la Russia sta anche sovrintendendo alla costruzione di un’enorme centrale nucleare.
Per questo hanno fatto scalpore le dichiarazioni rilasciate alla Tass, l’agenzia di stato russa, di Aydin Sezer, studioso di scienze politiche ed economiche ed ex rappresentante commerciale turco in Russia. Sezer ha inviato un messaggio chiarissimo al ‘Sultano’ turco, spiegando che il Paese “dovrebbe porre il veto all’ammissione di Finlandia e Svezia alla NATO per evitare rischi per la propria sicurezza”.
L’analisi di Sezer è che la Turchia “non porrà il veto alla loro ammissione alla NATO” ma “potrebbe tentare di rallentare il processo, ma mi sembra che alla fine il presidente Tayyip Erdogan non sarà in grado di creare una forza che possa parlare contro gli Stati Uniti e la NATO“.
La ‘risposta’ di Erdogan quindi non è tardata ad arrivare, con un paragone anche molto ardito. Per il presidente turco infatti l’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO sarebbe un “errore” come quello dell’ingresso della Grecia nell’Alleanza Atlantica.
Parlando con i giornalisti dopo le preghiere del venerdì a Istanbul, Erdogan ha sottolineato che “non vuole che si ripeta lo stesso errore commesso con l’adesione della Grecia“, accusando Stoccolma ed Helsinki di “ospitare terroristi del Pkk“, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan. “Non abbiamo un’opinione positiva“, ha insistito Erdogan sul punto, sposando così la linea del Cremlino e definendo i due Paesi scandinavi “come una guest house per le organizzazioni terroristiche“.
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