No a passi indietro sul testo base della riforma dell’ergastolo ostativo. A dirlo è l’ex procuratore di Palermo e Torino Giancarlo Caselli, che ieri è stato ascoltato dalla Commissione Giustizia della Camera nell’ambito di un nuovo ciclo di audizioni. Per l’ex pm il testo adottato dalla stessa Commissione è «una linea di resistenza, un minimo sindacale, un puntello, un atto dovuto. Bisogna aggiungere qualcosa, non retrocedere in nulla». Caselli ha apertamente polemizzato con la Corte Costituzionale: «La Consulta ha deciso che l’Ergastolo ostativo è incostituzionale» e così «ha infilato il Parlamento in un collo di bottiglia».

Ma le mafie «sono la negazione assoluta dei valori di libertà e uguaglianza sanciti dalla Costituzione. Ancora oggi dominano e il Covid ha aperto nuovi sconfinati orizzonti che consentono loro di avvelenare sempre più nel profondo la nostra economia». Il testo unificato sulla riforma, ha proseguito l’ex pm, è «frutto di un compromesso nel senso nobile. Evidente lo sforzo comune di trovare una soluzione, nonostante ci sia una parete di sesto grado da scalare». Dello stesso avviso il procuratore di Messina, Maurizio De Lucia che ha riservato una stoccata alla Consulta: «Dimentica che dalla mafia si esce o con la morte o con la collaborazione con la giustizia». Con Giancarlo Caselli si è subito schierato il M5s. Le sue parole «vanno tenute in grande considerazione perché riaffermano la necessità e l’urgenza di una nuova legge. Non c’è più tempo da perdere», hanno affermato i deputati pentastellati della commissione Giustizia.

Secondo l’Anm il testo è in linea con gli indirizzi della Consulta, ma il sindacato delle toghe lancia l’allarme per l’impatto della riforma sugli uffici giudiziari: «È prevedibile che si verifichino gravi problemi organizzativi per i 26 tribunali di sorveglianza di uffici centrali e periferici, che dovranno affrontare un profluvio di istanze», hanno dichiarato in audizione il presidente Giuseppe Santalucia, il segretario Salvatore Casciaro e la vice presidente Alessandra Maddalena. Critiche al testo base erano state sollevate dalla deputata Pd Enza Bruno Bossio e dall’associazione Antigone, secondo la quale il testo all’esame della Commissione è peggiorativo della norma bocciata dai giudici costituzionali.

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