C’è quella dedicata al panettone italiano, quella per celebrare gli antichi mestieri, quella sulla scrittura a mano, quelle in memoria del calendario gregoriano e delle vittime della strada. Sono circa 80 i disegni di legge presentati in questa legislatura che propongono di istituire ricorrenze dedicate a qualcosa da ricordare. Curiosamente, solo quella in memoria delle vittime degli errori giudiziari incontra l’ostilità di diverse forze politiche – Pd incluso – forse per non fare uno sgarbo all’Anm o perché temono una “delegittimazione della magistratura”. È allora opportuno citare qualche dato. L’associazione Errorigiudiziari.com – fondata da Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone oltre 25 anni fa – si avvale di un archivio online, unico in Italia e in Europa, sui casi di errori giudiziari e ingiusta detenzione. Il 16 aprile 2024 ha pubblicato un report con i dati aggiornati al 31 dicembre 2023. Come ricordano i redattori del Rapporto, c’è una differenza tra le vittime di ingiusta detenzione (chi subisce una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, salvo poi essere assolto) e chi deve fare i conti con un vero e proprio errore giudiziario (cioè chi, dopo essere stato condannato con sentenza definitiva, viene assolto in seguito a un processo di revisione).

I numeri di ingiusta detenzione

Per farsi un’idea sugli errori giudiziari in Italia bisogna mettere insieme sia le vittime di ingiusta detenzione sia quelle di errori giudiziari. Dal 1991 al 31 dicembre 2023 si contano ben 31.397 casi: in media si tratta di poco più di 951 l’anno (va sottolineato che in questo totale manca il dato complessivo degli errori giudiziari del 2023). Ovviamente con una spesa complessiva dello Stato gigantesca, tra indennizzi e risarcimenti: 960 milioni 781mila euro e spiccioli, per una media di poco inferiore ai 29 milioni e 114mila euro l’anno (ma anche qui non è disponibile il dato complessivo per la spesa in risarcimenti da errori giudiziari del 2023).

Quanto costano allo Stato

Il numero dei casi di ingiusta detenzione aiuta a capire meglio le dimensioni da emergenza del fenomeno. Chi finisce in custodia cautelare da innocente rappresenta la stragrande maggioranza. Dal 1992 al 31 dicembre 2023 si sono registrati 31.175 casi: nei fatti, in media, oltre 974 innocenti in custodia cautelare ogni anno. La spesa ammonta a circa 874 milioni e 500mila euro in indennizzi, ossia circa 27 milioni e 328mila euro l’anno. Nel 2023 i casi di ingiusta detenzione sono stati 619, per una spesa complessiva in indennizzi di cui è stata disposta la liquidazione pari a 27 milioni 844mila euro. “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum“, dicevano i latini. Soprattutto quando l’errore è pagato solo dai contribuenti.