Una ‘svista’ clamorosa che ha portato il Ministero della Giustizia guidato da Marta Cartabia ad effettuare verifiche. È quanto accaduto a Lecce nella mattinata di venerdì 4 giugno, durante l’esame per l’abilitazione da avvocato con i candidati di Brescia esaminati dai commissari locali.

Durante la riunione della commissione, due membri in Corte d’Appello e un terzo collegato da remoto, l’audio interno è rimasto acceso mentre si discuteva il giudizio da dare a uno dei candidati, con gli altri aspiranti avvocati in collegamento che hanno potuto ascoltare tranquillamente la discussione.

Un colloquio poi finito sui social, tramite il profilo Instagram di ‘Il praticante medioevale’. Nell’audio, che gli aspiranti avvocati hanno potuto ascoltare perché il commissario collegato da remoto aveva lasciato il microfono acceso, si sente dire: “Quanti ne avete promossi fino ad ora? Non possiamo promuoverli tutti stiamo bassi”.

I commissari leccesi quindi si confrontano tra di loro: “Ho fatto apposta una domanda”. E un altro commenta: “Io una domanda insidiosa posso farla”. Alla fine il candidato in questione, come segnalato sui social, è stato giudicato idoneo con 18 “solo perché i due avvocato si sono impuntati per la promozione mentre il magistrato voleva bocciarlo”.

Una vicenda che avanza ulteriori dubbi sulla nuova formula dell’esame di Stato messa in piedi durante la pandemia, che prevede solo un orale e nessun scritto, come invece previsto dalla precedente formula pre-Covid.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.