Il 'sistema' di mazzette e favori
Esami gratis in ospedale a Caserta, 4 condanne e 31 rinviati a giudizio: c’è anche l’ex presidente della Provincia Zinzi

Trentuno imputati rinviati a giudizio e quattro condanne. È il primo risultato dell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere sulla gestione illecita del Reparto di Patologia Clinica dell’ospedale di Caserta, dove i 31 imputati devono risponde dell’accusa di peculato d’uso perché, secondo la ricostruzione dei magistrati, avrebbero svolto delle analisi al laboratorio clinico dell’ospedale di Caserta senza passare per il Centro unico di prenotazione, il Cup.
Tra i rinviati a giudizio spicca il nome di Domenico Zinzi, ex presidente della Provincia di Caserta dal 2010 al 2015, già consigliere e assessore regionale, padre dell’attuale consigliere regionale della Lega Gianpiero Zinzi.
Altro nome ‘pesante’ tra i rinviati a giudizio è quello di Leonardo Pace, membro della triade commissariale che amministrò l’ospedale di Caserta tra il 2015 e il 2017, periodo in cui l’azienda ospedaliera venne sciolta per le infiltrazioni camorristiche dal Ministero dell’Interno a seguito di una prima indagine sull’ospedale del capoluogo di Terra di Lavoro.
Al centro dell’inchiesta della procura sammaritana c’è il presunto sistema messo in piedi nel reparto di patologia clinica, all’epoca dei fatti diretto da Angelo Costanzo: quest’ultimo, in cambio di mazzette e regalie varie per sé stesso e i suoi collaboratori, avrebbe consentito lo svolgimento di esami gratuiti ad “amici” senza passare per il Cup.
Non solo: secondo i magistrati di Santa Maria Capua Vetere diverse analisi commissionate al laboratorio privato Sanatrix di Caivano, di proprietà della moglie di Costanzo, Vincenza Scotti, sarebbero state in realtà eseguite in ospedale, con la spesa a carico dello Stato e un risparmio per il laboratorio privato, tra l’altro rimborsato dalla Regione per analisi mai fatte.
L’inchiesta ha già visto delle condanne. Il Gup con rito abbreviato ha condannato per episodi di corruzione proprio Angelo Costanzo (4 anni e otto mesi), così come la moglie Vincenza Scotti (due anni e mezzo), la collaboratrice di Costanzo, Angela Grillo (quattro anni e due mesi) il rappresentante farmaceutico Giovanni Baglivi (due anni e mezzo). Assolti invece Giuseppe Canzano e Maddalena Schioppa.
L’inchiesta portò nel luglio del 2019 all’arresto dell’ex dirigente Costanzo, della moglie e della collaboratrice Angela Grillo: quest’ultima avrebbe ricevuto mazzette in danaro, viaggi a Capri o a Torino per la partita di Champions League della Juventus.
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