Escalation Siria, Turchia apre frontiere ai profughi: la Grecia usa i lacrimogeni

La Grecia ha chiuso il valico di terra con la Turchia a Kastanies Evros, impedendo a centinaia di migranti di entrare nel Paese. La polizia ha usato gas lacrimogeni e granate stordenti. Come riportato da Cnn.gr, l’allarme era scattato già questa mattina con la notizia di circa 300 persone che si dirigevano verso la frontiera, dopo l’annuncio dato da fonti governative turche che Ankara non avrebbe più impedito il passaggio di migranti verso l’Ue. La decisione di Istanbul di permettere ai richiedenti asilo siriani, 950mila sfollati solo nei pressi di Idlib, di raggiungere l’Europa ha scatenato la prima reazione della Grecia.

In zona sono arrivati rinforzi di polizia e il ministro per la Protezione del cittadino Michalis Chrysochoidis. Le forze speciali della polizia greca, le Unità per il ristabilimento dell’ordine, mandate sull’isola di Chios per sedare i disordini legati all’immigrazione clandestina, hanno danneggiato macchine, lanciato lacrimogeni contro i cittadini e li hanno insultati, riporta il quotidiano Politis Chios. Le forze speciali sono giunte sulle isole nella notte del 25 febbraio e immediatamente si sono verificati scontri a Lesbo e Chio.  A Chios il sindaco dell’isola, Stamatis Karmantzis, un prete e il presidente dell’Associazione dei sacerdoti di Chios sono stati colpiti dai gas lacrimogeni, e si sono rivolti in ospedale per chiedere aiuto.

Il governo greco ha inviatole unità MAT a Chios per reprimere le proteste dei residenti locali contro la costruzione dei centri di accoglienza per gli immigrati. Gli abitanti delle isole chiedono di essere salvati dalle decine di migliaia di migranti illegali e di ristabilire l’ordine. Il governo ha dichiarato che costruirà dei centri di accoglienza su cinque isole per 20 mila persone, dove migranti e rifugiati aspetteranno la decisione del governo sul loro asilo. Dozzine di poliziotti e residenti locali sono rimasti feriti durante i disordini. Molti isolani hanno affermato di essere stati colpiti senza alcuna provocazione. Kostas Mutsuris, il governatore delle isole del Nord Egeo, ha definito i poliziotti arrivati ​​”occupanti” e “mercenari di Erdogan” e ha offeso pesantemente il Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis, che in seguito ha deciso di chiudere le comunicazioni con il governatore.

Dopo tre giorni di proteste di massa, le autorità sono state costrette a ritirare le forze speciali dalle isole, il cui compito principale è combattere i disordini. ​Le unità MAT hanno lasciato Chios giovedì come dei teppisti. Erano state inviate martedì dal governo all’alba per attuare il piano per la costruzione dei centri di accoglienza. Poco prima di salire a bordo della nave dell’isola di Rodi, le forze MAT hanno fatto la loro ultima dichiarazione, accanendosi contro un gruppo di 15 persone che si erano radunate “lontano dal porto di Mesta e a una distanza di sicurezza. I commando, vestiti con abiti civili, hanno preso elmetti e manganelli e, lanciando dozzine di granate a gas nella folla, hanno scavalcato la recinzione e hanno distrutto tutte le macchine che si sono trovati davanti a loro”, riporta la testata. Sono arrivati ​​al punto di chiamare gli abitanti di Chios “mezzi-turchi”, e le isole del nord del Mar Egeo “isole turche”, e il loro capo non riusciva a riportare l’ordine”, sottolinea la testata.

Anche quando la rampa del traghetto è stata ritirata dopo aver caricato il MAT, la polizia ha continuato a usare lacrimogeni contro i residenti, scrive il giornale.
“Gli agenti di polizia MAT, prima di lasciare Chios, hanno picchiato, insultato e fatto gesti osceni. Si sono comportati come una folla di teppisti e delinquenti ordinari. Nutrono l’illegalità! E il governo Mitsotakis li copre”, ha scritto su Twitter il deputato dal partito SYRIZA Dimitris Papadimulis. Il consiglio d’amministrazione della polizia greca ha detto che sta indagando su tutto ciò che è accaduto sulle isole.