L'efferato agguato a Pescara
Esecuzione nella sparatoria al bar, dal ferito in ospedale si presenta Mister X: “Dov’è il mio amico?”
La donna alla reception si è insospettita: quando quest’uomo sconosciuto, dalla cadenza napoletana, tutto tatuato, presentandosi come un amico del ferito, è arrivato e ha chiesto informazioni, lei ha chiamato la postazione di polizia in ospedale. Perché il ferito era Luca Cavallito, 48 anni, ex calciatore ferito gravemente lunedì scorso in un agguato efferato e in stile criminale a Pescara. E in rianimazione. L’aneddoto è stato riportato per prima dal media locale Rete 8.
Con Cavallito, al bar, c’era Walter Albi, architetto, 66 anni, che sotto i colpi del killer arrivato con il volto coperto da un casco integrale è morto. Sul posto, non c’è stato niente da fare. L’ex atleta invece era ancora ricoverato in rianimazione dopo esser stato sottoposto a un intervento chirurgico. Non è detto che l’uomo che si è presentato in ospedale sia il killer, anzi sarebbe escluso – si tratterebbe tra l’altro di un gesto evidentemente avventato. L’episodio comunque è interessante.
Gli inquirenti hanno comunque chiesto le immagini di sicurezza dell’ospedale per provare a identificare il misterioso personaggio. I video saranno visionati dalla Scientifica. Gli inquirenti sono al lavoro su una vicenda che assume tutti i contorni dell’esecuzione in pieno stile criminale messa a punto da un professionista. I colpi sparati sono stati otto, quelli andati a segno in tutto quattro, due per ogni vittima. Calibro 9.
Il sicario avrebbe anche rubato il cellulare di Cavallito dopo gli spari e sarebbe fuggito in sella a uno scooter. L’ex sportivo è figlio di Dario, altro calciatore cresciuto nelle giovanili della Juventus e in forza anche al Pescara. Non era riuscito a sfondare tra i professionisti. Era stato coinvolto in alcune operazioni – fermato in Puglia dai carabinieri con in auto panetti di hashish – e indagini su un giro di droga dal quale secondo conoscenti era uscito, definitivamente, come aveva raccontato Il Corriere della Sera.
C’è una pista che riguarda poi investimenti edilizi cui i due amici stavano lavorando insieme. La sera dell’agguato stavano festeggiando il compleanno dell’architetto. Potrebbero essere stati traditi da qualcuno che stavano aspettando al locale. Gli agenti della Scientifica stanno analizzando il cellulare di Albi mentre si stanno analizzando i bossoli esplosi con la calibro nome. Non si esclude alcuna pista al momento: criminalità organizzata, affari, progetti immobiliari, passione, debiti.
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