La città divisa
L’ultimo esonero di Mourinho: una Roma mai all’altezza della sua fama tra provocazioni e vittimismo
Che il terreno stesse franando sotto i suoi piedi Mourinho, abilissimo comunicatore, lo aveva capito da tempo e le sue dichiarazioni recenti – da: “Voglio restare, ho rifiutato offerte importanti” a: “Non sono Harry Potter, non posso fare magie” – testimoniavano un malessere diffuso ormai palpabile nell’ambiente
Da ieri Josè Mourinho non è più l’allenatore della Roma: al suo posto arriva Daniele De Rossi. È la sintesi di una giornata che resterà impressa nella storia recente della società giallorossa, che ha deciso di sollevare dal proprio incarico il tecnico portoghese. Una decisione presa sostanzialmente contro il sostegno popolare e unanime del quale lo Special One godeva presso la tifoseria, che non a caso subito dopo l’annuncio è scesa sul piede di guerra. Procedendo con ordine si deve risalire alle 9.33 di ieri mattina, quando i flash delle agenzie hanno diffuso il comunicato ufficiale firmato da Dan e Ryan Friedkin, proprietari della società: “Ringraziamo Josè per la passione e per l’impegno profusi sin dal suo arrivo in giallorosso. Conserveremo per sempre grandi ricordi della sua gestione, ma riteniamo che, nel migliore interesse del Club, sia necessario un cambiamento immediato. Auguriamo a José e ai suoi collaboratori il meglio per il futuro”. Frasi di rito che hanno immediatamente fatto il giro del mondo e creato subbuglio nella capitale. Mourinho, infatti, al di là dei risultati, era riuscito a entrare nel cuore di una tifoseria caldissima, che aveva da subito dimostrato un amore incondizionato facendo registrare “sold-out” a ripetizione, 45 in totale, allo stadio Olimpico. L’effetto “Mou” aveva galvanizzato un ambiente prostrato e aveva ridato entusiasmo ai tifosi, anche se i risultati, agli occhi di buona parte della critica ed evidentemente della proprietà, non erano all’altezza della fama del tecnico portoghese e dei cospicui investimenti sul mercato che aveva ottenuto dalla società. Bene in Europa – vittoria della Conference League il primo anno, sfortunata sconfitta in finale di Europa League la passata stagione – in Italia la Roma non è mai stata troppo “Special” ed è stato questo a costare caro a Mou. La sconfitta di domenica contro il Milan è stata l’ultima panchina in giallorosso di Mourinho che lascia la “magica” al nono posto in classifica con 22 punti di ritardo dalla vetta ma a soli 5 punti dalla zona Champions, reale obiettivo di questa stagione.
Gli atteggiamenti provocatori
A disturbare la proprietà ci sarà stata anche la lunga striscia negativa nei derby capitolini e le squalifiche in serie comminate al tecnico e ai suoi giocatori che sembravano aver assorbito dall’allenatore gli atteggiamenti provocatori e vittimistici, ormai da tempo diventati la specialità della casa. Che il terreno stesse franando sotto i suoi piedi Mourinho, abilissimo comunicatore, lo aveva capito da tempo e le sue dichiarazioni recenti – da: “Voglio restare, ho rifiutato offerte importanti” a: “Non sono Harry Potter, non posso fare magie” – testimoniavano un malessere diffuso ormai palpabile nell’ambiente. Ieri verso l’ora di pranzo l’allenatore lusitano ha svuotato il suo armadietto e ha lasciato Trigoria: a salutarlo, un gruppetto di tifosi al di fuori della struttura: “grazie a voi” ha risposto Mourinho a chi lo acclamava per l’ultima volta, battendosi la mano sul cuore.
La città spaccata
Intanto nella capitale montava la protesta e la solidarietà bipartisan veniva manifestata da tutti gli ambienti: dal mondo dello spettacolo e della cultura – Ettore Scola, Massimo Ghini, Marco Liorni e Maurizio Mattioli hanno speso parole al miele per il portoghese – a quello della politica, con Maurizio Gasparri che ha criticato apertamente la proprietà. La notizia ha fatto naturalmente il giro del mondoDa Marca all’Equipe fino naturalmente ai giornali portoghesi on line, la notizia ha avuto grande risalto. “Mourinho esonerato”, il titolo dello spagnolo “As”, mentre “Mundo Deportivo” e “Marca” titolavano: “Mourinho licenziato dalla Roma”. In Portogallo “O Jogo”, “A Bola” e “Record” davano ampio spazio alla defenestrazione dell’illustre connazionale. In Gran Bretagna le testate on line non hanno certamente ignorato l’accaduto: “Jose Mourinho viene esonerato dalla Roma – nonostante avesse chiesto un nuovo contratto – dopo che l’ex allenatore del Chelsea e del Manchester United è stato ripetutamente espulso e ha portato la sua squadra al nono posto in classifica, ricordava il Daily Mail; “Mourinho è stato esonerato, la Roma ha posto fine al regno dell’ex allenatore del Man Utd con sei mesi di anticipo” era la scelta del Mirror. Anche Ryanair ha deciso di cavalcare la notizia: “Imbarco immediato per José Mourinho” ironizza sui social, con tanto di tag ad hoc, la compagnia aerea irlandese, che rincara con “Ultima chiamata per Josè Mourinho. Il tuo volo FR1AMJS3 da Roma per Ovunque imbarcherà a breve dal Gate 3A” si legge nel post con un fotomontaggio dello Special One seduto su uno dei sedili dei voli della compagnia low cost. Triste epilogo per un allenatore che nell’ultima fase della carriera ha collezionato esoneri e delusioni.
La scommessa
Daniele De Rossi rappresenta forse l’unica soluzione per riportare un po’ di serenità in un ambiente naturalmente scosso e attualmente con poche certezze, visto anche l’imminente addio del direttore sportivo Tiago Pinto; “Capitan futuro” non ha certamente il pedigree del grande allenatore, visto che nel suo curriculum trova spazio solo una deludente esperienza a Ferrara, ma conosce ogni angolo di Trigoria e gode dell’amore incondizionato della piazza, due elementi forse più importanti di ogni altro in un momento come questo. Il calendario potrebbe dargli una mano: Verona, Salernitana e Cagliari sono le prossime avversarie. Con un filotto non impossibile, la Roma potrebbe tornare in corsa e DDR potrebbe riaccendere il fuoco spento dall’addio dello Special One. Lo sperano i tifosi e lo spera la proprietà americana, che a fronte del terzo monte ingaggi della Serie A al momento ha messo in bacheca un solo “titulo” e ambisce a traguardi più ambiziosi. Ieri a Trigoria è andata in scena la contestazione nei confronti della famiglia Friedkin. Tra qualche settimana potrebbe tornare il sereno; all’alternativa in casa Roma nessuno vuole pensare.
© Riproduzione riservata