I tre familiari stavano lavorando all’interno di un piccolo bunker, utilizzato come bottega per la miscelazione della polvere pirica nella loro fabbrica di fuochi d’artificio, quando un innesco ha causato la forte esplosione.

Tre familiari gravemente feriti

A Messina, nel quartiere Bordonaro, in via del Santo, la Arigò Fireworks, il boato è stato avvertito in gran parte dell’area periferica del centro-sud della città e una densa nube nera si è alzata dalla fabbrica. Diverse squadre dei vigili del fuoco sul posto sono riuscite a domare l’incendio dopo l’esplosione. I tre familiari sono rimasti gravemente ustionati. Si tratta dei fratelli Cristina e Giovanni Arigò, e la loro madre, Giuseppa, ricoverati in condizioni critiche al Policlinico di Messina, con ustioni estese su gran parte del corpo. La madre e la sorella si sarebbero ferite nel tentativo di prestare soccorso al ragazzo che ha riportato ustioni su quasi tutto il corpo. “Abbiamo visto il fumo salire verso sopra, ci siamo spaventati.Pensavamo fosse una bomba, c’era una signora piena di sangue”, il racconto di un testimone a Messina Today.

L’esplosione ha causato anche danni alla struttura della fabbrica rasa al suolo come visibile dalle immagini. Problemi anche alle proprietà circostanti e i residenti della zona hanno riportato danni alle finestre e alle facciate delle abitazioni a causa della forza dell’onda d’urto.

La Arigò Fireworks, sei generazioni di pirotecnici

L’azienda ha una lunga tradizione, e può vantare sei generazioni di pirotecnici. Fondata a Messina nel 1897 dal Cav. Giuseppe Arigò, noto come “castiddaru” per la sua abilità nel riprodurre con fiaccole e fontane i più bei monumenti di Messina e vari castelli siciliani, era considerato uno dei più grandi architetti pirotecnici del suo tempo.

Dopo la sua morte, il figlio Giacomo ha preso in mano l’azienda, ottenendo riconoscimenti sia in Sicilia che in Calabria. Successivamente, Giovanni, figlio di Giacomo, ha fondato la premiata fabbrica di fuochi pirotecnici con l’aiuto del fratello Rosario. Poi nel 1975, Giovanni ha passato il testimone al figlio Giacomo, l’attuale titolare dell’azienda, che ha rinnovato e ampliato la fabbrica e le attrezzature. La struttura si estendeva su una superficie di 40 mila metri quadrati, con una capacità di produzione di 7 quintali di fuochi finiti e 5 quintali di semilavorati.

Redazione

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