La sentenza Berlusconi
Esposito “Non sapeva della nuova prescrizione”. Sansonetti: “L’hanno imbrogliata, denunci!”
Dal dottor Antonio Esposito, che alla fine di luglio del 2013 presiedette la sezione feriale della Corte di Cassazione che condannò Silvio Berlusconi a quattro anni di detenzione (sentenza sulla quale noi abbiamo molto polemizzato nei giorni scorsi) riceviamo una nuova lettera di rettifica che volentieri pubblichiamo (con una breve risposta).
Al Direttore de “Il Riformista”
Dott. Piero SANSONETTI
Oggetto: rettifica titolo di prima pagina «Processo Berlusconi Il Giudice ESPOSITO ci scrive: “Ho saputo tardi del rinvio della prescrizione” però non è vero», e del commento a pag. 12: «No, arrivò in tempo», pubblicati su “Il Riformista” il 28 luglio 2020
Con la rettifica, che lei ha correttamente pubblicato in forma integrale, ritenevo di aver definitivamente “smontato la bufala” – perché di questo si tratta – pubblicata sul suo giornale secondo cui, alla data del 9.7.2013 io sarei stato a conoscenza della nota del 5.7.2013 di ricalcolo della prescrizione da parte della Corte di Appello di Milano ed avrei, nonostante ciò, egualmente fissato il processo per l’udienza del 30 luglio, privando così la difesa del termine di ulteriori giorni dieci. Per dare al pubblico la “bufala” si è omesso di dare il “piccolo” particolare che quella nota era finita erroneamente alla sesta sezione penale e da questa restituita alla Corte di Appello “perché non si capiva a quale procedimento facesse riferimento”. Pertanto non era assolutamente vero che io fossi venuto a conoscenza di tale nota come, in maniera non conforme al vero ed insinuante, si afferma nell’articolo, ove, quindi, non ci si è limitati, come lei vuol far credere, “a ricordare questa data”.
Ma mi accorgo che la mia smentita è servita a poco, perché nel suo commento lei – come ha fatto nella trasmissione “Quarta Repubblica” del 27.7.2020 – ripiega sull’ulteriore nota della Corte di Appello di Milano dell’8.7.2013, (da me ricordata nella rettifica), per affermare che quella nota era pervenuta alle ore 15.15 del 9 luglio 2013 e l’ha mostrata fugacemente, per alcuni secondi, in trasmissione. Da qui, quindi, la persistente insinuazione che io, al momento della fissazione del processo, ero, comunque, a conoscenza della nota della Corte di Appello.
Nulla di più inveritiero per due ordini di motivi:
il primo motivo è che quell’atto (per quello che si è potuto vedere nei pochi secondi in cui è stato mandato in onda e che sembrerebbe riportare una attestazione, a mano, indicante, cosa abbastanza insolita, anche l’orario, ore 15.15 ) appare in netto contrasto, per termini e modalità di ricezione, con la nota dell’8.7.2013 come ufficialmente protocollata in arrivo alla Prima Sezione Penale (che fungeva da sezione feriale) con timbratura-datario dell’ufficio che, nella stampigliatura e riquadro, (in alto a sinistra), così attesta: “CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE – SEZIONE PRIMA PENALE – 11 LUGLIO 2013 – PERVENUTO IN CANCELLERIA PER FAX”. Ed ancora, in basso a destra, il funzionario giudiziario R.C. attesta “Pervenuto alla sezione Feriale l’11.7.2013”. E questo è il solo, unico, atto portatomi a conoscenza dalla cancelleria.
Clicca qui per leggere la VI sezione penale
Il secondo motivo è che chi le ha “passato” questo atto – dal quale risulterebbe essere la nota arrivata alla sezione feriale alle ore 15.15 del 9.7, con una scritta a mano di ricezione – si è dimenticato un altro “piccolo” particolare, che a quell’ora, le operazioni di notifica, a mezzo fax, degli avvisi ai difensori dell’udienza del 30.7.2013 – iniziate dopo che il fascicolo, alle ore 12 del 9.7.2018, mi era stato consegnato dalla Terza Sezione Penale con l’indicazione “URGENTISSIMO prescrizione 1’ agosto 2013” – erano state ultimate, come risulta dalle attestazioni degli orari sui fax. Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo! Per quel che riguarda le date della prescrizione – su cui si ritiene di aver costruito uno “scoop” e si assume che la difesa nulla sapeva – sarebbe bastato leggere le decine di articoli di tutta la stampa nazionale del periodo 10 luglio-30 luglio 2013 , per capire che quella questione era stata ampiamente affrontata dalla difesa del Berlusconi. L’avvocato Ghedini riteneva che la prescrizione maturasse il 26.9 (così la “Repubblica” 28.7.2013; ed “Corriere della Sera” 29.7.2013, che faceva, anche, una sua stima della prescrizione alla data del 13.9) . L’avvocato Coppi, in una intervista a Repubblica del 10.7.2013, riteneva che “la prescrizione intermedia matura il 13 settembre” e “ribadiva sempre che il processo poteva essere fissato fino al 13 settembre”. E su questo punto – come riportato, di continuo, da tutti i giornali del tempo – i difensori studiarono una proposta di possibile richiesta di rinvio che mi fu esplicitata dall’avvocato Coppi che mi chiese un colloquio, avvenuto nel mio ufficio in un periodo, a quanto posso ricordare, tra il 25 ed il 29 luglio, nel corso del quale gli dissi : “Se viene presentata una istanza di rinvio e se il collegio dovesse accoglierla, il processo sarà pur sempre celebrato in Sezione Feriale entro il 14.9”; e ciò per la semplice ragione che tutti i processi in cui la prescrizione maturi non solo nel periodo feriale (all’epoca, 1’ agosto/15 settembre) ma anche nei 45 giorni successivi (cioè entro il 30 ottobre) dovevano essere trattati in Sezione Feriale, giusto decreto Primo Presidente della Corte di Cassazione del 22 maggio 2013, punto 5, lettera a), n.2 .
Nessuna istanza di rinvio venne presentata, come, peraltro, anticipato da “La Repubblica” del 30.7.2013: “MEDIASET, IL GIORNO DEL GIUDIZIO. BERLUSCONI: NON CHIEDERO’ RINVII”; e nell’occhiello : “la decisione ieri sera dopo che si era chiusa l’ipotesi di una riassegnazione alla terza Sezione”. Un ultima notazione: la mia rettifica non era affatto né “dura” nè “intimidatoria”, come lei afferma poichè, con essa, con riferimento a dati fattuali documentati, si contestava civilmente che “ “”nessuna gravissima irregolarità”” ci fu come, invece, si afferma nell’articolo; così come è del tutto infondata l’affermazione che l’udienza “” si sarebbe potuta svolgere a settembre ed essere affidata alla Sezione Specializzata “. Si è trattato, quindi, di un normale esercizio del diritto di rettifica previsto dalla legge. Così come l’annuncio di una querela non è diretto ad intimidire la libertà di stampa ma è legittimo esercizio del diritto costituzionalmente riconosciuto per la tutela dei diritti all’onore e alla reputazione che si ritengano lesi da una pubblicazione che non rispetti, come nella specie, veridicità e continenza (basti pensare all’espressione, in prima pagina, a caratteri cubitali “BERLUSCONI, LA PORCATA DELLA CASSAZIONE”). La invito pertanto a pubblicare la presente rettifica che riguarda non solo quanto pubblicato sul quotidiano del 28 luglio ma anche quanto da lei affermato, in proposito, nella trasmissione “Quarta Repubblica” trasmessa su Rete Quattro il 27 luglio 2020
***
Carissimo dottor Esposito,
Lei non sa con quanto piacere io pubblico le sue rettifiche. Sta diventando una graditissima abitudine. Spero solo che non se ne abbia a male il mio amico Travaglio, visto che ormai lei collabora più spesso con il Riformista che con Il Fatto, come faceva fino a qualche tempo fa…
Mi pare di aver capito che lei vuole vedere la “carta” alla quale mi sono riferito l’ultima volta che abbiamo scambiato le nostre opinioni – reciprocamente polemiche – su queste colonne. Eccola qui: è un fax, glielo pubblico grande e chiaro (anche se, per scelta del nostro grafico, un po’ obliquo) e lei può constatare che in questo documento, firmato e controfirmato, timbrato e controtimbrato, si sostiene che la sezione feriale della Cassazione fu avvertita alle ore 15 e 25 del 9 luglio che non c’era nessuna fretta di processare Berlusconi perché la prescrizione (anzi: la parziale prescrizione) sarebbe scattata, tuttalpiù, il 14 settembre e forse anche più tardi.
Qual è il problema che io pongo, non essendo come lei ed altri partecipanti a questa discussione esperto di diritto? E’ questo: a me risulta che la difesa ha diritto a 30 giorni di tempo dal momento in cui viene convocata l’udienza della Corte, per prepararsi alla discussione. Conferma? A memo che non ci sia un’urgenza, e l’urgenza potrebbe essere, appunto, la scadenza della prescrizione. Questa è la ragione – immagino – per la quale lei, essendo stato informato in un primo tempo che la prescrizione scattava il 1 agosto, ridusse di 10 giorni i termini della difesa. Ma quando si scoprì che la prescrizione scattava non prima del 14 settembre sarebbe stato doveroso restituire alla difesa il diritto ai 30 giorni e rinviare l’udienza, anche se in quel caso sarebbe toccata, forse, sempre a una sezione feriale, ma non più a quella presieduta da lei. Giusto? Beh, dalla sua lettera mi pare di capire che il motivo per il quale lei non ha rinviato l’udienza è semplicissimo: nessuno l’aveva informato dei nuovi termini della prescrizione.
Lo ha scritto in neretto anche nella sua lettera: «E’ questo il solo, unico, atto portato a conoscenza dalla cancelleria». Si figuri se io dubito delle sue dichiarazioni. Però ne deduco che qualcuno le nascose quei fax nei quali la si informava della nuova prescrizione. E questo, ne converrà, è una cosa gravissima. Diciamo pure una “porcata”, realizzata ai danni suoi e dell’imputato (Berlusconi). Mi dia retta, dottore, si unisca alla mia battaglia per capire cosa successe in quei giorni di luglio e chi tramò – da quel che capisco – anche contro di lei.
© Riproduzione riservata