Kiev prepara l'assalto
“Evacuare Kherson”: la Russia pronta a evacuare la città al centro della controffensiva ucraina
All’indomani dell’incontro tra Vladimir Putin e Recep Tayyp Erdogan nessun passo avanti per un cessate il fuoco, una tregua in Ucraina. Nessuna proposta concreta da Astana dove i leader di Russia e Turchia si sono incontrati. Dopo i raid nell’ovest dell’Ucraina continuano invece i bombardamenti russi a sud est mentre Mosca annuncia la riparazione del Ponte di Kerch, l’unico collegamento tra la penisola di Crimea e la Russia, distrutto in un’esplosione ancora controversa e dibattuta sabato scorso, entro il luglio 2023. È sempre più vicina però la battaglia per Kherson: la città strategica è al centro della controffensiva ucraina che avanza verso la penisola.
A Kherson i russi hanno cominciato a distribuire passaporti e introdotto il rublo nei mesi scorsi, dopo l’occupazione, convinti che la popolazione sia composta da cittadini russi. La Regione è una delle quattro coinvolte nei referendum di annessione a Mosca e non riconosciuti dalla comunità internazionale. E i russi avevano cominciato una progressiva ritirata dallo scorso agosto. La situazione appare piuttosto caotica, tesa nella parte russa: il vice primo ministro Marat Khusnullin ha annunciato che il governo aiuterà la popolazione di Kherson a fuggire in Russia. Il governatore filorusso della Regione, Vladimir Saldo, su Telegram aveva chiesto aiuto a Mosca per evacuare i civili.
“Ogni giorno le città della regione sono soggette ad attacchi missilistici, e per questo motivo abbiamo suggerito a tutti i residenti, se lo desiderano, di andare in altre regioni della Russia al confine, come Crimea, Rostov, Krasnodar e Stavropol”, aveva scritto il governatore Saldo. Il suo vice Kirill Stremousov aveva precisato subito dopo che “non si è trattato di un appello all’evacuazione e che non c’era motivo di panico“, aggiungendo che “nessuno ha in programma di ritirare le truppe russe dalla regione di Kherson”. Ma alla richiesta di aiuto è arrivata la replica, immediata, da Mosca da parte di Khusnullin. Secondo l’agenzia Tass i primi civili dovrebbero arrivare già oggi nella regione russa di Rostov.
Perdere la città sarebbe un colpo duro per Mosca che vedrebbe limitato il suo accesso alla Crimea e alimenterebbe le aspirazioni di Kiev di riprendersi anche la penisola occupata nel 2014. Dalla città passa infatti la principale strada che collega l’Ucraina meridionale con la penisola. I russi hanno lanciato intanto attacchi in 40 città in 24 ore, anche nella Regione di Kiev, forse con il proposito di rallentare la controffensiva. Le autorità ucraine hanno fatto sapere di aver riconquistato circa 400 chilometri quadrati di territorio nella regione di Kherson e che l’esercito si sta dirigendo verso Nova Kakhova.
Gli ucraini hanno accusato i russi di un raid missilistico su Zaporizhzhia, in uno dei distretti è scoppiato un incendio. Il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi ha affermato che, a seguito di consultazioni con Mosca e Kiev, è stato possibile avvicinarsi alla zona di sicurezza in costruzione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. “Ci stiamo avvicinando alla creazione di una zona di sicurezza centrale nucleare: la situazione all’impianto è inaccettabile e abbiamo bisogno di un’azione immediata per proteggerla”. Grossi ha incontrato negli ultimi giorni il presidente russo e il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.
Stando all’intelligence britannica i filorussi si starebbero preparando a combattere anche a Kiev, anche se i passi avanti della controffensiva rendono tutto più complicato per Mosca. I russi denunciano morti, feriti e danni sulla rete ferroviaria sulla città russa di Belgorod, dove “le linee di corrente sono danneggiate, i treni sono temporaneamente sospesi” secondo il governatore locale Vyacheslav Gladkov. Sulla dinamica del lancio di missili è scambio di accuse tra Kiev e Mosca. Pesantemente bombardata anche Nykolaiev, ieri, per tutta la notte. I combattimenti in corso complicano anche le procedure sullo scambio dei prigionieri di guerra catturati da entrambe le parti.
La NATO intanto ha assicurato il suo sostegno a Kiev e la consegna di sistemi anti-aereo e dispositivi elettronici in grado di disturbare l’utilizzo dei droni in dotazione ai russi. Secondo lo Stato Maggiore ucraino, le forze russe avrebbero iniziato a ricevere dai vertici militari l’ordine di “sospendere le operazioni offensive”, su diversi fronti. La propaganda continua a lavorare a ritmi altissimi. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha sostenuto al contrario che “l’operazione militare speciale continua, ma la Russia è aperta al dialogo per raggiungere i suoi scopi, che non sono cambiati”.
Nessun passo avanti era arrivato però dall’ora e mezza di colloquio che Erdogan e Putin hanno avuto ieri ad Astana in Kazakistan. I due non hanno discusso di Ucraina secondo quanto riferito dal Cremlino. Putin ha proposto la Turchia, “ormai la via più affidabile verso l’Europa”, come centro di smistamento del gas dove regolare anche i prezzi senza implicazioni politiche. Le forniture continuano tramite il TurkStream, accuse a Kiev di far saltare il collegamento. Erdogan ha valutato positivamente l’idea e assicurato anche il transito di grano e fertilizzanti russi verso Paesi in via di sviluppo. “Ankara e Mosca costruiranno insieme un hub per il gas russo nella regione della Tracia, nella parte europea della Turchia – ha detto il Presidente turco – Con Putin abbiamo dato istruzioni alle istituzioni rilevanti”.
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