In cella erano in 4, uno è stato preso subito: restano in fuga altri due
Evasi dal carcere di Avellino, diffuse le foto: “In fuga un terrorista, attenzione sono pericolosi”
Erano in quattro in cella ma solo in tre sono riusciti a evadere dal carcere di Bellizzi Irpino in provincia di Avellino. Uno di loro, 45enne di origine albanese, è stato catturato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Avellino, mentre tentava di allontanarsi dal carcere. Ancora in corso le ricerche degli altri due, coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino: si tratta di un 40enne marocchino e un 22enne romeno di cui i carabinieri hanno diffuso le foto. Durante la notte i quattro avrebbero iniziato a scavare un buco nel muro della cella grande almeno quanto basta per uscire. Poi hanno annodato le lenzuola e così sono riusciti a calarsi giù dalle mura del carcere e a darsi alla fuga.
“Tra i tre detenuti evasi dal carcere di Bellizzi-Avellino (di cui uno prontamente catturato) c’è un marocchino che sembrerebbe appartenere ad un’organizzazione terroristica e che deve scontare 27 anni di carcere”. Così il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo che aggiunge: “Dalle prime ricostruzioni pare dunque ci sia stato un piano di fuga ben organizzato con un’auto fuori che ha consentito ai due (il secondo romeno) di allontanarsi approfittando del numero molto limitato di agenti presenti e in servizio a Bellizzi, appena otto unità. Bisogna dunque rafforzare le operazioni di ricerca e mostrare grande attenzione per la pericolosità degli evasi“.
“Serve una riforma unitaria del sistema d’esecuzione penale. La Ministra Cartabia, il presidente Draghi e il Governo tutto, ne prendano atto e aprano immediatamente un confronto: il resto sono solo palliativi”. Lo sostiene Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commentando la notizia dell’evasione di due detenuti dal carcere di Avellino. “Da quanto si apprende, verso l’una della notte appena trascorsa, ben tre reclusi hanno praticato un foro nel muro della propria cella e da lì si sono calati con le lenzuola. Due di loro – riferisce- avrebbero utilizzato le stesse lenzuola per scavalcare il muro di cinta, mentre l’altro sarebbe stato bloccato dalla Polizia penitenziaria intervenuta dopo l’allarme fatto scattare dalla sala operativa che si era accorta di quanto stava avvenendo. Un quarto detenuto sarebbe rimasto in cella, rinunciando all’ultimo istante alla fuga”. “Come ampiamente previsto e denunciato, – sottolinea De Fazio – non si arresta la spirale di eventi negativi, sotto ogni profilo, che affliggono il sistema penitenziario e, in ultima istanza, la sicurezza del Paese. Se, nostro malgrado, continuiamo a ripetere lo stesso ritornello, è perchè lo spartito e la musica sono sempre quelli. Siamo ormai nella situazione in cui ogni giorno, o quasi, in carcere succede qualcosa di gravissimo, dalle sparatorie alle evasioni, passando per suicidi, omicidi e nascite. Non ci chiediamo più se accadrà, ma solo dove e quando. A quest’ultima domanda siamo anche in grado di dare una risposta: prestissimo! Quello di Avellino, peraltro, è un de’ja’ vu, atteso che con la stessa dinamica vi fu un’altra evasione qualche anno fa”.
“La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, a fine dicembre – ricorda De Fazio – ha dichiarato che da gennaio il sistema penitenziario sarebbe stato la sua priorità, ieri abbiamo potuto leggere che è stato derubricato a solo una delle priorità da affrontare nelle prossime settimane. Magari tra un po’, fra elezioni del Presidente della Repubblica e situazioni politiche contingenti, scopriremo di altri rinvii. Allora – prosegue De Fazio – lo vogliamo dire a chiare lettere a tutta la politica: non c’è un altro minuto da perdere e ‘per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti'”. “Va immediatamente approvato un decreto carceri, per affrontare l’emergenza organici della Polizia penitenziaria, cui mancano 18mila unità, ma anche per ripensare l’organizzazione complessiva del Corpo e dell’Amministrazione penitenziaria, così come vanno potenziati gli equipaggiamenti e le dotazioni strumentali e tecnologiche”.
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