L'indagine CISE/Luiss
Exploit del Movimento 5 Stelle al 16%, la Lega crolla sotto il 10%: l’ultimo sondaggio sulle elezioni politiche

Sondaggio che farà discutere, che potrebbe spostare le consapevolezze di più di un partito e di qualche osservatore, quello della CISE/Università Luiss Guido Carli. Un’indagine che conferma il predominio della coalizione di centrodestra su quella di centrosinistra – anche se meno schiacciante rispetto alle altre rilevazioni – , che vede una Lega addirittura sotto il 10%, il Movimento 5 Stelle in salita fino quasi al 17%, Verdi e Sinistra Italiana sopra Azione e Italia Viva. E che ipotizza un presumibile “effetto Churchill” sul voto delle politiche del prossimo 25 settembre.
Il sondaggio è introdotto da una sostanziosa nota metodologica. L’indagine è stata condotta con metodologia CAWI su un campione di 861 intervistati da mercoledì 31 agosto a lunedì 5 settembre dalla società Demetra di Mestre. Gli intervistati sono stati scelti in rappresentanza di un campione di popolazione italiana in età di voto per combinazione di sesso, classe di età, titoli di studio e provenienza geografica. Alle intenzioni di voto sono state applicate correzioni specifiche, “derivate da una stima sperimentale dell’effetto della collocazione della domanda sull’intenzione di voto”.
A differenza degli altri sondaggi quello CISE/LUISS ha presentato un questionario lungo e articolato che ha presentato la domanda sull’intenzione di voto nella seconda metà del questionario, quindi con una possibile influenza delle domande precedenti sulla domanda finale. “Va detto che la nostra indagine non fa parte di una serie regolare (settimanale o mensile), e quindi non ci ha dato la possibilità di fare correzioni di stabilizzazione (magari basandoci su sondaggi precedenti) come possibile per gli istituti di sondaggio veri e propri, che svolgono indagini regolari e frequenti. È una delle importanti differenze tra le aziende di sondaggi e invece (come noi) i centri di ricerca che usano sondaggi per le proprie ricerche”. Ne è uscito fuori un “outlier”, ovvero un’indagine fuori da molte linee, un’eccezione quasi.
“Immagini che domani ci siano le elezioni politiche per il Parlamento nazionale. Lei quale partito voterebbe per la Camera dei Deputati? Per favore, scelga solo una delle seguenti opzioni”, la domanda sull’intenzione di voto posta agli intervistati. Saldo in testa Fratelli d’Italia, anche se con una performance leggermente inferiore ai sondaggi di questi giorni, al 23% contro il Partito Democratico al 21,4%, in linea con le altre indagini. Saldo è anche il vantaggio della coalizione di centrodestra, dell’11%, sul centrosinistra ma inferiore al distacco che altri istituti stabilizzano tra 15 e 18 punti.
A influire in particolare è un presunto crollo della Lega, addirittura sotto il 10%: al 9,6%. Forza Italia è all’8%. Se anche altri sondaggi davano un Movimento 5 Stelle in risalita, a minacciare il Carroccio: certo l’exploit del sondaggio è clamoroso e piazza i grillini al 16,6%, un risultato che premierebbe l’ex premier Giuseppe Conte e che configurerebbe il M5s come sorpresa assoluta della tornata. Altra notizia è l’Alleanza Verdi-Sinistra Italiana in vantaggio sul cosiddetto Terzo Polo Azione con Italia Viva al 5,3%. Italexit è stabile al 3,6%. Più Europa al 2,3%, Altre liste al 2,0%, Impegno Civico all’1,4%, Noi Moderati allo 0,9%. Resta altissima la percentuale del campione tra astenuti, non validi e indecisi, questa in linea con le altre indagini.
Le conclusioni: fuori discussione una vittoria netta del centrodestra, il M5s è qui visto anche oltre gli altri sondaggi più ottimisti che lo vedevano al 14% circa, il cosiddetto Terzo Polo non sfonda, Italexit anche qui oltre la soglia di sbarramento. Il centrodestra raccoglie i frutti di una coalizione che si è presentata compatta e quindi quasi dominante nei collegi uninominali. Il centrosinistra legandosi all’agenda Draghi accosta la propria corsa a un leader che non ha mai detto di voler tornare al governo e ai provvedimenti di un governo stretto tra i compromessi tra destra e sinistra. Lo stesso discorso vale per il binomio Calenda-Renzi.
Il sondaggio ipotizza quindi un “effetto Churchill”: il leader britannico, dopo aver guidato il Regno Unito contro la minaccia dell’invasione della Germania nazista, subì una cocente sconfitta elettorale. Gli elettori premiarono i laburisti e il loro piano di Welfare State. “Occorre ricordare spesso quell’episodio, che ci insegna sempre che la competizione elettorale si gioca sul futuro, non sul passato. Stiamo a vedere”.
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