Il filosofo Hegel usava con un’accezione negativa il termine “innocente”: nel senso di Hegel, spero che nessuno sia così innocente da credere che in un governo di coalizione tutte le tensioni tra i partiti politici si risolvano esclusivamente in consiglio dei ministri, senza che esse traspaiano in dichiarazioni pubbliche dei membri del governo stesso. Dunque non ci si dovrebbe stupire della posizione dialettica di Antonio Tajani, vice presidente del consiglio e ministro degli esteri, a proposito dell’imposta straordinaria sugli extra-profitti delle banche, così come espressa mercoledì scorso in un’intervista al Festival della Versiliana. Già precedentemente il leader di Forza Italia aveva manifestato perplessità su questa forma di tassazione una tantum, ma nell’ultima intervista ha rincarato la dose, in maniera tale da indurre l’opinione pubblica a interrogarsi sulla questione.

In particolare, Tajani ha esplicitamente dichiarato che il provvedimento “doveva essere approvato a borse chiuse”, cioè nel fine settimana. Non si fa la storia –e nemmeno la cronaca- con i “se”, ma lo stesso Tajani ha rimarcato come l’effetto sul prezzo delle azioni delle banche quotate poteva essere più piccolo se gli investitori avessero avuto davanti l’intero fine settimana per “digerire” il provvedimento. D’altro canto, pur al massimo livello del garantismo, nessuno è tanto innocente da escludere la possibilità di speculare sulla notizia “ribassista” dell’imposta straordinaria qualora se ne fosse saputo prima.

Sono personalmente lontanissimo dalla cultura illiberale del sospetto, ma la Consob -il corrispondente italiano della Securities and Exchange Commission (SEC)- ha il dovere istituzionale di vigilare sul corretto funzionamento dei mercati finanziari, che è ovviamente inficiato da chi diffonde informazioni false al fine di manipolare il prezzo dei titoli e da chi eventualmente utilizza informazioni privilegiate per ottenere guadagni indebiti. Mi si consenta di dire che il presidente della Consob Paolo Savona, spesso prodigo di commenti robusti su temi disparati, è stato forse troppo silente sulla questione odierna sollevata da Tajani.