E dunque il PD promuoverà il referendum della CGIL e dei grillini contro il JobsAct. Non mi sorprendo. Da mesi dico che il PD ormai è la sesta stella del Movimento di Giuseppe Conte. E riconosco che Elly Schlein è sempre stata contraria a questa legge. Ma il JobsAct – un pacchetto di misure sul lavoro, la cancellazione della componente costo del lavoro dell’Irap, la decontribuzione – è una legge che il PD ha votato. Lo ha fatto in Consiglio dei Ministri, lo ha fatto alla Camera, lo ha fatto al Senato. Una legge voluta da un ministro del PD, presentata nei circoli del PD, difesa dagli amministratori del PD diventa oggi una legge contro cui si fa un referendum organizzato dal PD. Non è fantastico?

Io ovviamente difendo una legge che ha permesso di creare più di un milione di posti di lavoro, che ha cancellato la barbarie delle dimissioni in bianco per le donne, che ha permesso a migliaia di persone di avere finalmente un lavoro a tempo indeterminato. Io sono entusiasta del JobsAct, come lo sono di Industria 4.0, delle Unioni Civili, del Dopo di noi e di tante altre cose che ho fatto. E rispetto quelli che invece amano il reddito di cittadinanza, il superbonus 110% e tutte le altre norme che hanno prodotto un buco miliardario nei conti pubblici: se a qualcuno queste leggi piacciono, sono contento per loro. Mi fa un po’ meno piacere per i nostri figli che pagheranno per queste follie ma è un’altra storia.

Torniamo a noi. Si può pensare tutto il bene e il male possibile del JobsAct e quando Landini, Schlein e Conte presenteranno il referendum sarà chiaro perché il campo largo vuole solo aumentare i sussidi e danneggiare i lavoratori. Ma almeno Landini, Schlein e Conte alla fine saranno coerenti. Ho una domanda per gli altri del PD. Ho una domanda per chi ha votato il JobsAct in direzione, in Aula, in Consiglio dei Ministri. Ma voi, amici carissimi, come fate a organizzare il referendum contro ciò che voi stessi avete voluto? Vi state facendo un autoreferendum, lo capite? Caro Paolo Gentiloni, Roberta Pinotti, Beatrice Lorenzin, Marianna Madia, Dario Franceschini, Graziano Delrio: vi ricordate che voi eravate in Consiglio dei Ministri in quei giorni? Cari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, vi ricordate che voi eravate i vicesegretari di quella squadra? Care e cari parlamentari che avete votato a favore e che vi apprestate a fare campagna referendaria contro ma non lo sentite un brivido lungo la schiena?

E soprattutto quando la mattina del referendum, dopo aver affrontato lo sguardo dello specchio, andrete a votare avete pensato a quale faccia indosserete per recarvi al seggio? Io sono l’ultimo a poter parlare di referendum perché ne ho perso uno molto importante per il futuro del Paese. Ma in alcuni casi meglio perdere un referendum che perdere la dignità.

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Matteo Renzi (Firenze, 11 gennaio 1975) è un politico italiano e senatore della Repubblica. Ex presidente del Consiglio più giovane della storia italiana (2014-2016), è stato alla guida della Provincia di Firenze dal 2004 al 2009, sindaco di Firenze dal 2009 al 2014. Dal 3 maggio 2023 è direttore editoriale de Il Riformista