Vilipendio di cadavere e truffa in concorso. Sono questi i reati di cui dovranno rispondere 13 dipendenti Ama e tre addetti di diverse agenzie funebri di fronte al Tribunale di Roma.

Gli imputati sono infatti accusati di aver sezionato almeno tre salme e di aver chiesto dei soldi ai familiari per l’estumulazione: secondo le indagini però la procedura non sarebbe stata regolare. A incastrarli i filmati di alcune telecamere nascoste dai carabinieri tra i loculi del cimitero Prima Porta di Roma, come riportato da Il Messaggero.

La vicenda

Gli episodi contestati si sarebbero verificati nel mese di gennaio del 2020. In particolare il giorno 27 sei dipendenti Ama, armati di coltello, avrebbero prima fatto in pezzi una salma, che si trovava in una cappella del cimitero Prima Porta, dopo aver ricevuto l’ordine da un addetto di un’agenzia funebre. Poi sarebbero passati all’azione con i parenti, pretendendo 300 euro per trasferire i resti in una casetta più piccola e lucidare la lapide.

Secondo la Procura però, gli imputati avrebbero fatto credere alla persona contattata che i soldi fossero necessari per poter procedere con una ‘legittima attività di estumulazione‘, mentre si sarebbero accaniti sui cadaveri per poi riporre i resti nella cassetta ossea. Un ‘copione’ che si è ripetuto in altre due occasioni,  il 22 e il 30 gennaio 2020, quando ai familiari di due defunti sono stati chiesti rispettivamente 300 e 50 euro. Cifre che sarebbero servite ad ‘arrotondare’ lo stipendio.

Le immagini

Dai filmati delle telecamere piazzate dai Carabinieri le immagini dell’orrore: i dipendenti Ama si disponevano intorno alla salma e poi iniziavano a sezionarla e a farla a pezzi, con i resti gettati nell’ossario comune.

La prossima udienza è fissata per ottobre: verranno ascoltati i testimoni dell’accusa.