250 toghe chiedono chiarezza
Faida tra Pm a Nola, sos dei magistrati al Csm: “È ora di decidere”
«Chiarezza sul caso della Procura di Nola». Ora a chiederlo sono oltre 250 magistrati, firmatari di una petizione. «È necessario che sia fatta al più presto chiarezza sulla vicenda – si legge nel documento – al fine di consentire l’immediato ripristino delle condizioni indispensabili allo svolgimento della funzione giudiziaria attraverso una lettura dei fatti scevra da interpretazioni devianti». Chiarezza è ciò che servirà per placare tensioni e polemiche, dubbi e preoccupazioni che aleggiano attorno all’ufficio inquirente della grande provincia. Dopo la Camera penale di Nola, anche la magistratura rompe il silenzio e chiede chiarezza. L’iniziativa, di cui ha dato notizia l’agenzia Dire, è partita da un gruppo di magistrati di Torre Annunziata e ha trovato adesioni tra giovani toghe di tutta Italia a seguito della decisione, votata a maggioranza dal Plenum del Consiglio superiore della magistratura, di sospendere la procedura per il trasferimento d’ufficio, per incompatibilità ambientale, del procuratore di Nola Laura Triassi in attesa della definizione del procedimento disciplinare.
Tutta la vicenda nasce da un esposto consegnato al procuratore generale Luigi Riello e firmato da dodici dei tredici sostituti procuratori dell’ufficio giudiziario nolano (il magistrato che non ha firmato l’esposto si è dichiarato disposto a essere comunque audito per confermare i fatti riportati e si è detto solidale con i colleghi). Nell’esposto si denunciano «un profondo disagio e un penoso malessere» dovuti a comportamenti del procuratore Triassi ritenuti «suscettibili di produrre l’inaccettabile rischio di una crisi dell’indipendenza interna dei sostituti dell’ufficio». Nell’esposto, inoltre, si fa riferimento a una «gestione verticistica» da parte del capo della Procura sfociato in episodi definiti «innumerevoli e preoccupanti» e tali da generare disagio nei sostituti ma anche nella polizia giudiziaria e nel personale amministrativo. Di qui il caso arrivato all’attenzione del Csm, con la Prima Commissione che aveva proposto il trasferimento d’ufficio di Triassi e il Plenum che ha congelato la pratica, rinviando la decisione a quando la vicenda sarà definita dalla Procura generale della Cassazione.
Ci vorrà tempo, quindi, forse anche un anno. E nel frattempo, alla Procura di Nola, si continuerà a lavorare in questo clima. Intanto, il procuratore aggiunto Stefania Castaldi, anch’ella finita nel mirino di alcune critiche, ha già chiesto e ottenuto il trasferimento a Santa Maria Capua Vetere, mentre resta sotto i riflettori il caso del procuratore Triassi. I magistrati firmatari della petizione sono critici nei confronti del Csm. «Non si comprende come – si legge nella petizione firmata da oltre 250 magistrati – a fronte di un’iniziativa volta a denunciare una situazione di penoso malessere, sia stata di fatto paventata, senza ancorarla ad alcuna circostanza oggettiva, l’ipotesi di un complotto ai danni del procuratore e del procuratore aggiunto».
I firmatari della petizione ritengono che alcuni consiglieri del Csm, intervenuti a favore della sospensione che ha di fatto bloccato il trasferimento di Triassi, «hanno adombrato l’idea che l’iniziativa assunta dai sostituti fosse finalizzata a danneggiare la dirigenza (per motivi, tuttavia, sconosciuti) e non, invece, a garantire il buon andamento dell’ufficio e la necessaria serenità nell’esercizio delle funzioni giudiziarie. «Sarebbe stata opportuna – scrivono – maggior cautela da parte dei consiglieri intervenuti». «L’ipotesi del complotto – aggiungono i firmatari della petizione, sottolineando l’attualità del problema in considerazione del fatto che l’ultimo esposto risale al 22 giugno scorso – ha, comunque, determinato un inaspettato cambio di prospettiva nell’esame della grave situazione in cui versa attualmente la Procura di Nola. L’esigenza di verificare una mera congettura – concludono – è parsa più rilevante, più urgente, rispetto a quella di ristabilire la piena funzionalità dell’ufficio».
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