Il confronto dei Reali a Paiporta, la "zona cero" della strage
Fango contro le passerelle a Valencia, Sanchez aggredito con un bastone, la folla a re Felipe e Leticia: “Per noi i politici sono morti”
La folla contro le passerelle. Reali insultati e accolti con lancio di fango. Le auto dei politici prese a calci e a picconate, con il premier socialista Pedro Sanchez raggiunto alla schiena da un bastone lanciato (secondo i media spagnoli) da un esponente di un’associazione giovanile di estrema destra vicina a Vox. Il presidente della comunità valenciana, in quota partito popolare, Carlos Mazón, insultato e invitato alle dimissioni perché accusato di aver segnalato in ritardo l’allerta meteo.
Reali contestati a Paiporta, la “zona cero” della strage
Giornata ad alta tensione nella provincia valenciana dopo la strage di martedì 29 ottobre dovuta all’alluvione provocata dalla Dana, il ciclone che nel giro di poco più di un’ora ha devastato interi “puebli” (comuni) del sud-est della Spagna, provocando al momento 217 vittime e ancora decine di dispersi (si scava nei parcheggi sotterranei che i soccorritori hanno paragonato a “cimiteri”). A Paiporta, cittadina di 25mila abitati vicino Valencia, definita la “zona cero” (zona zero, ndr) perché tra le più colpite dal maltempo dei giorni scorsi (sono oltre 70 le vittime), la folla si è scagliata contro le autorità.
Il confronto con i cittadini: “Per noi (i politici) sono gente morta”
C’è stato un confronto acceso con il re Felipe e la moglie, la regina Leticia. I reali sono stati accolti prima al grido “assassini, assassini”, poi con lanci di fango. Successivamente, così come documentato da diversi video pubblicati sui social, il re e la regina hanno avuto un confronto con alcuni cittadini. Una donna chiama l’attenzione di “Doña Leticia” e con educazione e determinazione spiega che “non dovevate venire qui”. La regina ascolta e prova a placare la rabbia della donna (poi la stessa Leticia scoppierà successivamente in lacrime).
Si avvicina re Felipe e prova a spiegare il perché della loro presenza. Altre persone spiegano che “il governo deve andarsene, non è possibile che una tragedia simile non sia stata prevista, un Paese come la Spagna doveva essere più preparato per un evento del genere”. Re Felipe prova a spiegare: “Quello che è successo supera ogni cosa”. Poi aggiunge: “Se volete resto a Madrid”. I presenti sembrano apprezzare le parole del re mentre continuano a contestare i politici, scappati via dopo la contestazione. “Felipe per noi è gente morta“, in riferimento soprattutto alla mancata allerta lanciata prima della strage.
Re Felipe: “Capire frustrazione e rabbia”
“Dobbiamo capire la rabbia e la frustrazione di molte persone per quanto hanno sofferto e per la difficoltà di capire come funzionano tutti i meccanismi per affrontare l’emergenza” ha spiegato re Felipe VI, rivolgendosi ai membri del Centro di Coordinamento Operativo Integrato (Cecopi) dopo la riunione del pomeriggio e gli scontri avvenuti in mattinata a Paiporta. Re Felipe che presiederà oggi la riunione del comitato di crisi per la Dana presso la sede dell’Unità Militare di Emergenza (UME). Quattro comunità restano in allerta a causa degli ultimi colpi della Dana, il ciclone che ha devastato Valencia e i suoi dintorni. L’allerta arancione permane nella Comunità Valenciana e in Catalogna nella prima metà della giornata, quando è prevista pioggia sulla costa catalana e nel nord del Levante, mentre l’allerta è gialla in Aragona ed Estremadura. La Comunità Valenciana ha prorogato fino a martedì le limitazioni alla circolazione degli ultimi giorni e ha chiesto ai cittadini di evitare di guidare sulle V30 e V31.
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