Verso il futuro
Fase 2, così riaprono i cantieri Covid free
L’edilizia è pronta. “A differenza di altri settori costretti ancora alla chiusura, come quelli legati al turismo, il nostro può ripartire. Tra pubblico e immobiliare privato rappresenta il 22% del pil: se non sosteniamo noi l’economia chi deve farlo?”, si chiede Federica Brancaccio, presidente dell’Associazione dei costruttori edili di Napoli (Acen). L’impatto non riguarderà soltanto attività e fatturati delle migliaia di imprese che operano in questo specifico campo, ma un indotto di distributori e fornitori di beni e servizi. “Una filiera importante – spiega l’imprenditrice – Ci sarà un impatto di acquisto di beni e servizi nell’88% dei settori”. La fase 2 dovrebbe cominciare il 4 maggio, anche se per l’ufficialità della data bisognerà attendere ancora un po’.
Intanto a livello sia nazionale che regionale l’Associazione dei costruttori ha concordato le linee guida contenute nel protocollo di sicurezza con l’obiettivo di fornire indicazioni operative per incrementare, in cantiere e negli altri ambienti lavorativi delle imprese edili, l’efficacia delle misure precauzionali per contrastare l’epidemia di Covid-19. Ci saranno cambiamenti, questo è certo, e anche maggiori costi diretti con responsabilità e tempi di lavorazione più lunghi che finiranno per essere anch’essi un onere da sostenere.
Investire nei nuovi dispositivi di sicurezza si tradurrà inevitabilmente in un aumento delle spese dirette, che nel pubblico saranno ristorate senza ricadere sulle imprese, mentre nel campo dell’immobiliare privato si potrebbe prevedere un margine di incertezza variabile a seconda delle capacità dei committenti. Un primo fondamentale cambiamento, in ogni caso, riguarderà i piani di sicurezza. I coordinatori della sicurezza dovranno ricalibrare i piani affinché siano rispettate tutte le disposizioni previste a livello regionale e governativo e affinché siano chiare e precise le indicazioni che le imprese edili dovranno seguire.
In linea di massima il settore è pronto a ripartire compatto, anche se ci si aspetta maggiore sprint da parte delle grandi e medie imprese o la scelta di qualche ditta di dedicarsi in prima battuta solo agli interventi urgenti, soprattutto nel campo dell’immobiliare privato. Ma quali novità porterà la fase 2 per l’edilizia in città? Innanzitutto non si potrà accedere al cantiere senza sottoporsi alla misurazione della temperatura e a chi avrà 37,5 non sarà consentito l’ingresso. Il protocollo di sicurezza prevede inoltre l’utilizzo di guanti e mascherine più particolari precauzioni igieniche per le mani, nonché pulizia giornaliera e sanificazione periodica di locali e ambienti chiusi, attrezzature e macchinari.
I lavoratori dovranno rispettare la distanza di un metro e quando non sarà possibile bisognerà di volta in volta concordare con coordinatore, committente e responsabile un’eventuale diversa organizzazione del lavoro o un nuovo cronoprogramma per distribuire lo spazio e il tempo in modo da non creare situazioni di rischio nelle squadre di lavoro. Regole rigorose riguarderanno anche i contatti con fornitori e ditte subappaltatrici e l’organizzazione delle pause e delle uscite dal cantiere. Tutto questo implicherà non solo una nuova organizzazione del lavoro, ma anche modifiche ai cantieri stessi. “Siamo pronti – assicura la presidente Brancaccio – Anche se ci sono ancora alcune criticità da affrontare”.
Quali? La gestione di un lavoratore sintomatico, ad esempio, oppure questioni di responsabilità considerando che l’eventuale positività al virus di un dipendente sarebbe considerata non malattia ma infortunio finendo per gravare sul datore di lavoro. Se quindi la strada è tracciata, ci sono percorsi ancora da esplorare. “Siamo di fronte ad una situazione del tutto nuova – aggiunge la presidente Brancaccio – I protocolli di sicurezza ci sono ma la loro applicazione sarà una novità”. Stesso discorso per il settore della cantieristica nautica. “Siamo pronti a ripartire – assicura Gennaro Amato, presidente dell’Associazione filiera italiana della nautica – Il settore comprende il 6% del pil e dà lavoro al 6% della popolazione. Ha una filiera enorme che non ha eguali nemmeno nell’edilizia. Ed è un’eccellenza da tutelare come di recente sottolineato anche dal ministro Gaetano Manfredi che ringrazio”, conclude Amato.
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