Fatto e Repubblica linciano Renato Farina: il giornalista lascia la collaborazione con Brunetta

La decisione presa nei giorni scorsi da alcuni nostri colleghi di linciare Renato Farina, secondo me è vile e sconsiderata. Cosa è successo? Il ministro Brunetta ha chiamato Renato Farina, giornalista di Libero con alle spalle una quarantina di anni di carriera, offrendogli una collaborazione al ministero come consulente per l’informazione. Una specie di ufficio stampa. Tutti i ministri e anche molti sottosegretari e molti parlamentari hanno un proprio ufficio stampa. Un paio di giornali hanno scoperto la cosa (è un’opera giornalistica che richiede grandi qualità investigative scoprire chi si nasconde dietro un ufficio stampa…) e hanno iniziato una campagna feroce contro Farina.

Perché? Credo per le seguenti ragioni: Farina è un giornalista piuttosto isolato; Farina è una persona molto mite; Farina è un giornalista di notevoli qualità, e oltretutto possiede una dote piuttosto rara nella nostra categoria (scrive molto bene); infine Farina ha subito alcune condanne in tribunale. Essenzialmente ne ha subite due. Una per aver introdotto in un carcere, durante la sua breve esperienza parlamentare, una persona spacciandola per sua assistente, mentre non lo era, e permettendo in questo modo che un non addetto ai lavori potesse conoscere gli orrori del carcere che invece devono restare segreti. Per questo reato è stato condannato in primo grado a una pena di due anni e otto mesi di carcere. È più o meno la pena che di solito viene affibbiata a uno stupratore con qualche attenuante.

L’altra condanna, la più nota, è a seimila e seicento euro di multa per aver favoreggiato due dirigenti dei servizi segreti. Precisamente Pollari e Mancini. Accusati per il sequestro di Abu Omar. Farina non è stato ovviamente condannato per avere partecipato al sequestro, ma per avere favoreggiato i due alti dirigenti dei servizi. I quali sono stati prosciolti da tutte le accuse. Quindi, se la logica funziona ancora, Renato è stato condannato per aver favoreggiato degli innocenti. Per questa ragione Farina è stato anche radiato dall’ordine dei giornalisti, e per diversi anni non ha potuto scrivere sui giornali, cioè non ha potuto svolgere il suo lavoro, né ricevere un regolare stipendio.

Io, personalmente, sono entrato due volte clandestinamente in carcere, fingendomi portaborse di alcune parlamentari. Quindi non mi scandalizzo. Non ho mai collaborato, invece, coi servizi segreti. Che sono organi dello Stato e che dipendono dal governo. Sono però assolutamente certo che siano almeno un centinaio i miei colleghi che hanno collaborato e collaborano coi servizi segreti. Molti di loro sono firme assai autorevoli che influenzano la pubblica opinione. E collaborano coi servizi segreti su questioni italiane, non di politica estera come faceva Farina (che, a quanto si sa, aiutò gli 007 a liberare alcuni ostaggi), e quindi su temi molto delicati che possono modificare il corso della politica italiana. Non ho mai pensato di esprimere disprezzo, per loro. È una scelta che non condivido, come non condivido neppure la scelta che fece a suo tempo Renato (che però comprendo e trovo che avesse molte ragioni per essere fatta). Stop.

Non capisco perché verso Farina si è scatenato l’inferno e verso gli altri 99 no. Vogliamo poi fare l’elenco dei giornalisti al servizio delle Procure? Credo almeno mille. E questi giornalisti sono tenuti a riferire su grandi casi giudiziari e anche politici, o economici, attenendosi solo alla versione dei loro Pm di riferimento, e in questo modo distorcono in maniera evidentissima e robusta la realtà delle cose, e trasformano l’informazione in disinformazione, spesso ai danni di imputati innocenti. Non è una novità: lo sapete tutti. Nessuno di loro però è stato chiamato a rispondere di questo, moltissimi anzi sono stati premiati.  L’Ordine dei giornalisti non mi pare sia mai intervenuto per stigmatizzare episodi clamorosi di linciaggio mediatico verso gli innocenti, né mai ha preso misure disciplinari in questi casi. Sbaglio? Le uniche eccezioni che conosco sono Farina e Feltri.

A me va bene che l’Ordine non abbia mai preso misure disciplinari verso i giornalisti al servizio dei Pm: io sono allergico alle misure disciplinari (un po’ sono allergico anche agli Ordini), ma perché contro Farina sì? Ora assistiamo a questo nuovo episodio di squadrismo giornalistico, guidato dal Fatto quotidiano con Repubblica alla scorta. Realizzato con inaudito disprezzo per le persone che lavorano e vivono del loro lavoro. Hanno invocato il licenziamento di Farina, il quale, peraltro, percepiva un compenso di circa 750 euro al mese coi quali doveva pagarsi anche treni, aerei, vitto e alloggio a Roma (lui vive a Milano). Io, lo confesso, e poi lo sapete, sono un vecchio antifascista. Per storia, per tradizione, per convinzione. Oggi non mi fa paura Casapound: mi fanno paura questi. Questi che vanno a cercare nemici isolati e li bastonano ferocemente e poi se ne vanno soddisfatti e chiedono l’applauso.