Il consiglio direttivo di Federmoda Confcommercio Campania si e’ riunito con urgenza per la drammaticita’ della situazione. “Chiusure, assenza di sostegno, posti a rischio e futuro compromesso per molti” spiega cosi’ l’urgenza il presidente di Federmoda Confcommercio Campania Roberta Bacarelli. “Il decreto di Natale che ha imposto la chiusura del 24 seguita da tutte quelle ‘pre epifania’ sono il colpo finale per la nostra categoria e per tutto il Fashion retail. Faccio mie le parole del presidente nazionale Renato Borghi, ‘Ripartire’, ed e’ questo che la nostra categoria richiede”, prosegue Bacarelli. “Si stima che in Campania sono a rischio 1500 negozi e 5000 posti di lavoro nel tessile e calzaturiero. La prima richiesta da fare al governo sono sostegni ‘veri’, calcolati sulle effettive perdite dell’anno. La crisi ha rallentato i consumi di moda con cali prevedibili stimati anche oltre il 60% del fatturato rispetto al mese di dicembre 2019”. I negozi di abbigliamento e calzature in Campania sono 15.000 e abbiamo stimato prudenzialmente perdite nell’ultimo trimestre 2020 pari almeno a 500 milioni di euro. L’appello per aiuti effettivi non si rivolge solo al Governo ma anche alla Regione Campaniache deve fare la sua parte. “Ridotte le occasioni sociali di incontro, viene a mancare anche il desiderio di rinnovare il guardaroba a questo scenario si unisce la paura per il domani e per il virus. Questo fa si’ che il nostro sia tra i primi settori ad essere sacrificati. Nonostante il quadro di crisi sia ben noto, per le istituzioni rimaniamo degli ‘invisibili’. Ancora non capiamo che differenza c’e’ tra un negozio di elettronica, una profumeria, un magazzino di fiori e un negozio di abbigliamento o calzature. Stiamo subendo danni irreversibili”. “I nostri negozi investono capitali enormi nelle collezioni stagionali che sono gia’ rimaste in buona parte sugli scaffali per la stagione estiva e che rischiano la stessa cosa per quella invernale. Siamo allo stremo – aggiunge – sono mesi che non “lavoriamo” gli impegni economici vengono purtroppo presi sei mesi prima del cominciare della stagione. Questo fa si che l’indebitamento sia altissimo e le possibilita’ di adempiere agli impegni, sempre meno facile. A soffrire di piu’ sono i negozi fisici.Si salvano i grandi nomi con le vendite on line. Non e’ bastato l’invito proveniente da piu’ fonti di comprare nei negozi di vicinato e in quelli di fiducia. Il calo si e’ sentito ed e’ stato pesante”. “Abbiamo perso le entrate del giorno piu’ importante dell’anno, il 24 dicembre e come se non bastasse a rischio ci sono anche le entrate di fine anno e dell’inizio di gennaio con i saldi che sono un fondamentale aiuto per dare liquidita’ alle nostre aziende. Siamo in ginocchio – dice ancora – cosi’ come tutto quello che completa e accompagna il nostro comparto. I gioiellieri ad esempio che soffrono quanto noi. Il Natale e’ stata la speranza di una luce in fondo al tunnel, speranza rimasta purtroppo solo tale. Nonostante l’entusiasmo della categoria, nell’addobbare negozi, accendere luci ed accogliere il cashback mai decollato, il Natale si e’ rivelato una grande delusione, l’ennesima di questo anno assurdo.Siamo molto preoccupati per la sorte di tanti colleghi che non riapriranno dopo le feste. Auspico inoltre che la nostra Federazione colga l’occasione per mostrarsi unita in una strategia unitaria, che faccia giungere un’unica voce alle istituzioni. Chiediamo contributi a fondo perduto da calcolarsi sulle perdite dell’intero anno 2020, sospensione dei mutui e prosecuzione della cassa integrazione. Credito di imposta sugli affitti per lo meno fino ad aprile 2021, condono tombale sui versamenti tributari e contributivi, detassazione e rottamazione dei magazzini.”