La festa del gatto è una delle poche occasioni per portare l’attenzione sul grave problema del randagismo e dei maltrattamenti ai danni dei gattini, ma anche di molti cani randagi. Il gatto è uno degli animali domestici più coccolati e amati dagli italiani ma, negli ultimi anni, è protagonista di fatti di cronaca che lo vedono vittima di episodi di violenza

I gatti brutalmente uccisi per scherzo o per gioco

Sono numerosi i fatti spiacevoli di cronaca che hanno visto protagonisti i gatti come le  storie di Leone ad Angri (Salerno), morto a dicembre dopo essere stato scuoiato vivo e di Grey ad Alberobello fatto annegare, lo scorso gennaio, da una ragazzina nelle acque gelide di una fontana.

Come si legge nel report A-Mici in Città nel 2022 le forze di polizia hanno registrato solo in tema di abbandono, maltrattamento e uccisione a danno degli animali domestici (specie cani e gatti) ben 751 reati, 2.408 illeciti amministrativi, con 412 le persone denunciate. Una media giornaliera di due reati, più di una persona denunciata e oltre 6 illeciti sanzionati amministrativamente.

E su un campione di 552 Comuni, appena il 40% dichiara di avere colonie feline presenti sul proprio territorio e solo il 33,9% di sapere quanti gatti ci siano in queste stesse colonie.

Il problema delle sterilizzazioni: onere dei Comuni italiani

Rispetto alle sterilizzazioni, appena l’8,7% dei Comuni dichiara di avere sterilizzato più del 90% dei gatti presenti nelle sue colonie; solo il 17,7% sostiene di aver fatto campagne di sterilizzazione e il 6,7% di aver realizzato campagne per l’adozione di gatti in cerca di casa. Appena il 9,4% dei Comuni dichiara di avere, sul proprio territorio o convenzionati, gattili sanitari, strutture pubbliche indispensabili per curare gli animali liberi, malati o feriti; solo il 4,5% di avere oasi feline.

Le città meno a misura di gatto: colonie feline assenti nelle grandi capitali

Nel 2022, in Italia, Legambiente ha censito tra i 10 e 15 milioni nelle case dei cittadini, tra 700mila e 1.150.000 quelli liberi già anagrafati e presenti nelle colonie feline registrate nelle città italiane e tra 62mila e 93mila le persone ufficialmente impegnate nel loro accudimento volontario. Grave la mancanza di risposte da grandi città come Roma Capitale e Napoli. Tra le città con più gatti registrati all’anagrafe Milano con ben 56.879 (di cui 20.000 in colonie feline), Prato con 15.950 gatti, Bari (15.602) e Taranto (12.936). Delle 38 aziende sanitarie parte del campione di «A-Mici in Città» il 100% dichiara di avere colonie feline presenti sul proprio territorio, l’84,2% di sapere quanti gatti ci siano nelle colonie feline. Solo il 78,9% dichiara di aver incaricato cittadini (gattare/i) per la gestione delle colonie feline, il 71% di aver fatto campagne per l’adozione dei gatti. Appena il 63,2% di avere gattili sanitari sul proprio territorio e il 52,6% di avere oasi feline. Le regioni Lombardia e Valle d’Aosta si dimostrano fiori all’occhiello sul fronte anagrafe felina registrando, nel 2022, ben un gatto ogni 22 cittadini (il valore medio nazionale è di 1 gatto ogni 48 cittadini).

Gli italiani amano i gatti, ma “l’Italia non è ancora un Paese per gatti. I dati dicono che non bastano le esperienze positive presenti sul territorio: all’Italia serve un cambio di rotta, esplicitato nelle 6 richieste a Parlamento e Istituzioni per la tutela della salute e del benessere animale e umano, come chiede l’articolo 9 della Costituzione”, aggiunge Antonino Morabito, responsabile benessere animale di Legambiente.

Redazione

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