La folla fuori controllo: almeno 5 milioni di persone a Buenos Aires
Festa folle in Argentina: almeno 2 morti, un bimbo in coma, rapine e saccheggi nelle celebrazioni per il Mondiale
Tra i pochi a non godersi la festa Claudio Zabala, l’autista dell’autobus che ha accompagnato la Nazionale argentina per le strade di Buenos Aires. Che in mezzo a quei milioni di persone non solo non è riuscito a scattarsi neanche un selfie, ad avere un autografo dai calciatori che al Mondiale in Qatar hanno vinto la Coppa, ma che ha perso anche l’orientamento, non sapeva dove si trovasse, seguiva solo le moto che segnavano il passo davanti al pullman. È solo uno degli aneddoti della festa infinita ed esagerata che ha accolto i campioni al ritorno in patria. Celebrazioni anche tragiche: due morti, un bambino in coma, rapine e saccheggi riporta al momento il bollettino.
Le autorità hanno riferito che circa cinque milioni di persone hanno invaso le strade della Capitale. Il Presidente Alberto Fernández ha indetto un giorno di festa nazionale per la vittoria dei Mondiali. Scene di delirio in tutto il Paese. Situazione fuori controllo, anche fino alle estreme conseguenze. Un 22enne è morto a Bahia Blanca strangolato dalla bandiera Albiceleste che portava al collo, che si è incastrata nella ruota della sua moto. L’altra vittima è deceduta dopo essere precipitata da un tetto. Un bambino di cinque anni è in coma.
Le celebrazioni sono sfociate anche nella violenza: la polizia di Buenos Aires ha riferito di circa quindici episodi di rapine e saccheggi. I disordini nella sola piazza dell’Obelisco, dove sono esplosi anche scontri con le forze dell’ordine, hanno portato a 21 feriti e 14 detenuti. Un gruppo di persone ha fatto irruzione in una banca. Il quotidiano La Nación ha parlato di danni “inimmaginabili”. Non quantificabili i semafori danneggiati da chi ha provato a scalarli per posizionarsi in cima. Alcuni tifosi sono scesi in strada nudi. Virale il video di un tifoso che ferito, e trasportato in barella tra la folla, continuava a cantare come in tranche.
Fin quando ha potuto il pullman scoperto è andato avanti. Dopo appena quindici chilometri il bus è stato sostituito da tre elicotteri che hanno raggiunto e sorvolato l’Obelisco, uno dei monumenti più famosi della capitale, come previsto nel programma dei festeggiamenti: cancellato quel tratto, troppa folla. Puntuali le scuse del presidente della Federcalcio argentina, Claudio ‘Chiqui’ Tapia. “Le forze di sicurezza che scortano la squadra non ci permettono di raggiungere i tifosi che sono all’obelisco. Non ci permettono di avanzare ulteriormente. Chiediamo scusa a nome di tutti i giocatori campioni. Un peccato”.
CUn tifoso è riuscito a raggiungere la cima dell’Obelisco, a oltre sessanta metri d’altezza. Alcuni avevano provato a lanciarsi dall’alto, durante il tragitto, per planare sul bus dei calciatori, qualcuno è caduto rovinosamente a terra. Diversi sono stati portati via in barella. Saltata anche la visita alla Casa Rosada, la residenza presidenziale.
L’uomo alla guida del pullman ha raccontato al Clarin come ha vissuto quei festeggiamenti. Festeggiamenti per modo di dire, da quando ha preso in carico i calciatori all’aeroporto di Buenos Aires. “C’era tanta gente, a un certo punto ho cominciato a perdere il senso di dove mi trovavo. Sapevo di essere su Ricchieri, che avevo superato il Ponte 12 … da sotto non vedevo molto. Ho seguito la carovana che era davanti a me. Era sempre la stessa, ovunque si fa così. Segui chi ti guida e vai avanti”.
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