Andiamo ai fatti. La sera tra sabato e domenica un gruppo di bravi ragazzi, ma non good fellas, palermitani decide di organizzare una festa con tanto di dj set in una nota isoletta poco fuori Palermo, Isola delle femmine. Forse la Nazionale di calcio appena eliminata li aveva annoiati, e si sa la noia è la molla per i vizi peggiori. L’isola si chiama così per la leggenda della prepotenza di un nobile della zona, che imprigionò sull’isola una donna di cui si era invaghito, affinché nessuno la vedesse o toccasse.

L’occupazione abusiva

L’isola in questione è una riserva naturale, per quanto sia proprietà privata, noi in Sicilia abbiamo privilegi antichi, ma è vincolata e non accessibile perché è un luogo di sosta per uccelli migratori. Gli altri uccellini, quelli più nostrani, fregandosene di cartelli di divieto e raccomandazioni della capitaneria di porto, che vieta lo sbarco, hanno deciso nella loro impunità, molto palermitana, di occuparla abusivamente, come se fossero dei senzatetto e non dei professionisti, seppur giovani, benestanti. La scusa era il compleanno di due gemelli di una nota famiglia della città, con al seguito coetanei di egual censo e allegra strafottenza.

Come l’isola delle rose

Li accompagnava un ex ufficiale della guardia costiera, tanto per rendere più delirante, dal punto di vista della totale mancanza di regole, l’allegra brigata. Fosse stato per un colpo di Stato, una dichiarazione d’indipendenza, come quella resa famosa dal film L’isola delle Rose, avremmo potuto tacciare di velleità, ma saremmo spinti da pietà per un sentimento rivoluzionario dei nostri eroi. Ma costoro non vogliono cambiare il mondo, solo sovvertire le regole a loro piacimento, per la soddisfazione della loro benestante superiorità. Certo se l’avessero fatto dei “tasci” dello Sperone o dello Zen, gli stessi apostoli del fascino discreto, mica tanto, della borghesia avrebbero guardato a questa gita, con pasta al forno e melone ghiacciato con orrore di casta, ma loro no, loro possono, purché il giro sia quello giusto e la musica sia cool, se spaventa gli uccelli chissenefrega, in fondo sono immigrati africani, aiutiamoli a casa loro.

Giovanni Pizzo

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