Festival dell’Opera Buffa Napoletana, Isa Danieli è “La principessa dei bordelli”

È intrigante il programma proposto dalla seconda edizione del Festival dell’Opera Buffa Napoletana, che, dal 2 al 6 novembre, porterà operine e melologhi sui palcoscenici di Sala Assoli (Vico Lungo Teatro Nuovo 110) e Teatro Nuovo (via Montecalvario 16); e sarà anche l’occasione per riscoprire la storia e i luoghi dell’Opera Buffa Napoletana con le visite guidate “Sulle tracce dell’Opera Buffa Napoletana”.

Isa Danieli, dopo più di quarant’anni da “Mistero Napoletano” di Roberto De Simone torna nei panni di Giulia De Caro, impresaria teatrale, diva ribelle e glamour del teatro napoletano alla fine del ’600, nel melologo di Francesco Forlani “La principessa dei bordelli”. “L’amante ridicolo” di Niccolò Piccinni torna per la prima volta a suonare al Teatro Nuovo dove debuttò nel 1757; “La zingaretta” di Leonardo Leo si fa ascoltare dal pubblico così come l’aveva scritta l’autore; “Livietta + Tracollo” di Pergolesi si veste di suoni elettronici mostrando tutta la sua modernità; Eugenio Bennato e Le Voci del Sud porteranno in scena il melologo “Teoria del fascino. Sulla jettatura”; Claudio Di Palma, con la partecipazione dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli, propone il melologo “Cimmarosa”; Gabriele Frasca, poeta, studioso e traduttore di Beckett sarà protagonista dell’incontro “Words & Music: su Beckett e l’opera buffa”.

“L’infedeltà fedele” è il titolo scelto per questa seconda edizione dal direttore artistico del festival Massimiliano Sacchi e ad aprire il programma mercoledì 2 novembre, alle 20.30 (repliche: giovedì 3 novembre alle 20.00 e venerdì 4 novembre alle 12.00), a Sala Assoli sarà l’operina “La zingaretta”, che, con trascrizione e arrangiamento a cura di Fabrizio Romano, torna a riproporre i suoi travestimenti e la sua modernissima riflessione sull’identità. L’intermezzo è tratto dal dramma per musica “Argene”, composto da Leonardo Leo, uno dei  capostipiti della Scuola napoletana (fu il maestro di Piccinni, tra gli altri), e messo in scena per la prima volta il 17 gennaio 1728 nel Teatro San Giovanni Grisostomo di Venezia. La regia è di Enzo Mirone che, nelle sue note scrive: “È un tempo, questo, in cui qualcuno sceglie di mostrarsi altro da sé, mentre qualcun altro è “risoluto a dar di volta al cervello”. È un tempo, questo, in cui le finzioni, ispirate dall’opportunismo si moltiplicano, e la burla diventa solenne. È un tempo, questo, in cui il ridere (altrui) ingenera inquietudine e le (altrui) lacrime muovono al riso. Figurine in azione, siamo, dall’azione stessa guidati e non già dalla nostra volontà. È un tempo, questo, del “sottosopra” ed è questo il nostro tempo”. Interpreti Luca De Lorenzo (Riccardo) e Pasquale Auricchio (Lisetta). In scena, Enzo Mirone, che cura anche la regia. Al pianoforte Fabrizio Romano.

Venerdì 4 novembre, alle 20.00 (replica: domenica 6 novembre, alle 20.30), a Sala Assoli è in programma l’operina “Livietta+Tracollo”, intermezzo di Giovan Battista Pergolesi elaborato in musica elettronica. Trascrizione e arrangiamento a cura di Dario Bassolino. Pergolesi in versione elettronica risplende nel dinamismo delle sue melodie. “Nell’inventiva continua della musica, il desiderio, l’identità, l’amore e i suoi travestimenti giocano al tavolo del Molteplice – si legge nelle note di regia di Rosaio Sparno –. Viva, pulsante, la musica di Pergolesi fa da contraltare a una trama comica che offre spunti estremamente interessanti di riflessione per indagare le tematiche attualissime dell’identità, del  travestimento, della verità e della menzogna. L’essere e l’apparire, argomenti che ogni giorno pongono i loro interrogativi a tutti noi/me che insistono in maniera particolarmente urgente, anche se spesso non consapevole, nelle vite degli adolescenti”. In scena, Costanza Cutaia (Liviella), Takaki Kurihara (Tracollo) e i danzatori Lukas Lizama e Sara Lupoli. Regia di Rosario Sparno. Synth programming: Dario Bassolino. Fx e elettronica: Paolo PetrellaMarco Palumbo al clavicembalo.

Giovedì 3 novembre, alle 21.15, al Teatro Nuovo va in scena il melologo “Teoria del fascino. Sulla jettatura” di e con Eugenio Bennato“La forte ventata ideologica del secolo dei lumi investì pienamente Napoli che espresse nomi illustri e significativi come Filangieri, Galiani, Genovesi, sulla scia del solco tracciato dal pensiero del grande Gian Battista Vico – spiega Bennato –.
Ma nella Capitale del Regno il pensiero nuovo si trovò a convivere con le radici popolari legate al senso del mistero e della cultura magica. Napoli città aperta come sempre alle nuove idee, ma anche città d’arte, di tradizione, di festa, di superstizione.
E il senso più clamoroso di questa miscela è forse il libro del giurista Nicola Valletta, dal titolo Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura, nel quale l’autore tratta del fenomeno occulto del potere in termini para-scientifici, discettando di angoli di incidenza di uno sguardo malefico e analizzando casi della storia di provata efficacia iettatoria”. Eugenio Bennato sarà in scena con Le Voci del Sud ovvero Letizia D’Angelo (soprano),
Daniela Dentato (mezzosoprano e percussioni),
Laura Cuomo (contralto),
Francesco Luongo (tenore),
Angelo Plaitano (baritono, percussioni) a cui si unisce la chitarra classica di Ezio Lambiase.

Venerdì 4 novembre, alle 21.15 (replica: sabato 5 novembre, alle 21.15), al Teatro Nuovo in scena l’operina “L’amante ridicolo”, intermezzo di Niccolò Piccinni, che, nella trascrizione e arrangiamento di Carlo Gargiulo e Massimiliano Sacchi, si presenta come prima moderna assoluta. “Un’opera buffa, forse dimenticata o nascosta, che rivedrà luce e suono senza mai aver attraversato, a quanto ci risulta, le gioie di una riproduzione fonografica – scrive il regista Alfonso Postiglione nelle note  –. L’opera, nella sua prima esecuzione, risale al 1757, anno del suo debutto al Teatro Nuovo sopra Toledo. Dopodiché ebbe una notevole fortuna europea, essendoci tracce di rappresentazioni per oltre vent’anni nei maggiori teatri del continente”. Il Piccinni ritrovato, un “Così fan tutti” alla napoletana riscoperto tra i manoscritti dimenticati, torna a risuonare al Teatro Nuovo dove debuttò nel lontano 1757. In scena, Cristina Neri (Dorilla), Chiara Di Girolamo (Lesbina), Francesco Domenico Doto (Baggiano), Luca De Lorenzo (Polemone). Regia di Alfonso Postiglione. Direzione e pianoforte Carlo Gargiulo. Musicisti: Sergio Carnevale (violino), Ilaria Carbone (violino), Roberto Bianco (viola), Vittorio Infermo (violoncello), Fulvio Gombos (contrabbasso), Diego Di Guida (oboe), Emmanuele Puxeddu (oboe), Luca Martingano (corno) e Dennis Marzano (corno).

Sabato 5 novembre, alle 12 (replica domenica 6 novembre, alle 12.00), al Teatro Nuovo, in programma il melologo “Cimmarosa” di e con Claudio Di Palma, con la partecipazione dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli diretta dal maestro Giuseppe Mallozzi. Musiche di Domenico Cimarosa rielaborate da Massimiliano Sacchi. Orchestrazione dell’Overture de La finta parigina” a cura di Giulio Fazio. Il Racconto rocambolesco e paradossale degli ultimi giorni napoletani di Cimarosa prima della cattura e del definitivo esilio, quando, per sfuggire alla furia del Cardinale Ruffo, si rifugiò nel sottopalco del Teatro del Fondo, e delle avventure che ne seguirono. Il coinvolgimento dell’orchestra giovanile è uno dei focus del festival, che si propone di stimolarne l’attività attraverso l’impegno sul repertorio di Scuola Napoletana, che fu fucina di capolavori teatrali e di un metodo ed una letteratura didattici che si espansero in tutta la musica occidentale.

Sabato 5 novembre, alle 19.00, al Teatro Nuovo è in programma l’incontro “Words & Music: su Beckett e l’opera buffa” con Gabriele Frasca, poeta, studioso e traduttore di Beckett che guiderà il pubblico alla scoperta del rapporto intenso ed inatteso del grande scrittore irlandese con l’opera buffa (costo ingresso simbolico: 1 euro).

Sabato 5 novembre, alle 20.00 (replica domenica 6 novembre, alle 18.00), a Sala Assoli, il pubblico assisterà al melologo “La principessa dei bordelli” di Francesco Forlani nell’interpretazione di Isa Danieli. Nella Napoli della fine del ‘600, percorsa da correnti artistiche e di pensiero talmente fitte e intrecciate da rendere problematica la distinzione tra cultura alta e popolare, la vita scandalosa di Giulia De Caro si dipana tra i teatri notturni di strada e le stanze dei potenti. Le tappe di una ascesa tanto inarrestabile da suscitare lo sdegno e l’ammirazione dei suoi contemporanei si succedono con ironia e spregiudicatezza. In scena, Isa Danieli incarna con ineguagliabile spessore drammatico una lingua creola ed in costante movimento, contaminata ma non malata, in una parola viva e porosa. Una macchina del suono ne riverbera i ricordi e i pensieri sottraendoli al flusso del tempo e restituendoli alla scena attraverso l’iconico corpo scenico di una straordinaria interprete, icona del teatro napoletano.

Per le visite guidate “Sulle tracce dell’Opera Buffa Napoletana”venerdì 4 e sabato 5 novembre, alle 18.00, in programma “La città buffa oltre la quarta parete”, a cura de L’Arsenale di Napoli (informazioni e prenotazioni: 3392955351 – 3392568417). Domenica 6 novembre, alle 15.00, in programma “Donne e opera buffa: dal palazzo ai quartieri”, a cura della guida turistica autorizzata Erika Chiappinelli (informazioni e prenotazioni: 3492949722 – solo sms e whatsapp).

Estratti degli spettacoli saranno pubblicati su ON – Il Teatro delle Culture, piattaforma digitale inaugurata quest’anno dal Teatro di San Carlo, che vuole raccontare il cambiamento e costruire uno spazio di innovazione sociale e di inclusione. La registrazione è gratuita a questo link: on.teatrosancarlo.it. In occasione della presentazione del Festival, sarà pubblicato un documentario in più episodi dal titolo Suoni e Visioni, per la regia di Mario Pistolese, dedicato all’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli e allo speciale incontro con il regista Ferzan Ozpetek.

Realizzato con il contributo del Ministero della Cultura e prodotto dall’associazione culturale Giano Bifronte in collaborazione con Teatro Pubblico Campano Casa del Contemporaneo, il Festival dell’Opera Buffa Napoletana gode dei patrocini di Comune di NapoliNapoli Città Metropolitana e Napoli Città della Musica.