In piazza del Campidoglio, durante la fiaccolata in sostegno ad Alexej Navalny, il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, è stato oggetto di contestazioni da parte di un gruppo consistente di manifestanti. La folla ha urlato frasi come “vergogna” invitandolo a “tornare a Mosca”, evidenziando le posizioni passate della Lega, considerate filo-russe. Romeo, rispondendo ai giornalisti, ha spiegato che la Lega si è distanziata più volte da posizioni passate e che moltri leader, come loro, hanno cambiato atteggiamento nei confronti di Putin. Gli insulti si sarebbero levati dopo una frase attribuita a Romeo sulle responsabilità della morte del dissidente: “Qualche sospetto lo abbiamo, ma nessuna certezza”.

Il commento di Romeo: “Navalny? Non sappiamo cosa sia successo”

“Sulla vicenda Navalny, non sappiamo cosa sia successo”, ha detto Massimiliano Romeo in riferimento alla morte del dissidente russo.. “È chiaro che il pensiero va a qualcosa di molto negativo e che il sospetto è venuto a tutti ed è venuto a noi. Chiediamo che si faccia chiarezza a livello internazionale al più presto, perché questo è un atto sconcertante che una democrazia come l’Occidente non può tollerare”.

Il ringraziamento di Gualtieri: “Non abbandoniamo altri dissidenti”

Alla piazza sono giunti anche i ringraziamenti del sindaco di Roma: “Navalny non era l’unico oppositore al regime, è importante ricordarlo per non abbandonare gli altri dissidenti; dalle democrazie di tutto il mondo si leva un grido di indignazione e un appello a Putin: fermatevi. Grazie a quanti hanno promosso questa iniziativa di stasera e ai cittadini che sono qui. Chiunque ami i valori della libertà e della democrazia non può accettare questa morte in silenzio. La storia ci insegna che dove viene elminato il dissenso, laddove la violenza prevale, l’esito è sempre distruttivo e drammatico. Consentitemi di mandare un fortissimo e caloroso abbraccio alla moglie, ai figli, alla madre, abbiamo ascoltato le parole di Yulia, il suo orgoglio il suo coraggio, hanno colpito tutti noi, la sua voglia di combattere e l’appello alla comunità internazionale perchè la persecuzione criminale che ha portato alla morte del marito non rimanga impunita o coperta dal silenzio”.

Calenda: “I fischi non fanno piacere”

I fischi e gli insulti a Romeo? Non mi fanno piacere”. Così Carlo Calenda, arrivando in Campidoglio, ha commentato gli insulti a Romeo. “Chiunque è qui oggi è per ricordare un martire della libertà. E siccome la libertà è un valore universale è importante ricordarlo senza polemiche. Stasera siamo qua solo per Navalny e per quelli come lui che rischiano la vita o che la perdano, come gli ucraini da cui io starò il 24. In Italia – ha ricordato Calenda – niente si riesce a fare insieme e questo è un bel segnale”, ha aggiunto.

Redazione

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