La nomina
Filippo Spiezia nuovo procuratore di Firenze: così le toghe riflettono sull’autonomia
Il sospetto è che la nuova nomina possa accendere un faro sulle modalità di conduzione dell’attività da parte dei pm della Procura del capoluogo toscano, ad iniziare da Luca Turco, l’attuale facente funzione e toga di Md
La nomina dell’attuale componente italiano presso Eurojust, il magistrato Filippo Spiezia, a procuratore di Firenze, è andata di traverso alle toghe progressiste che avevano in mente per quel posto il capo della Procura di Livorno Ettore Squillace Greco, esponente di spicco di Magistratura democratica.
Per “discutere” della nomina di Spiezia, decisa la scorsa settimana dal Consiglio superiore della magistratura, i magistrati di Area, il principale raggruppamento progressista, hanno deciso di tenere ieri una riunione fra gli iscritti in servizio negli uffici giudiziari della Toscana. Una iniziativa un pochino irrituale in quanto non si ha memoria di discussioni all’interno di gruppi associativi sui provvedimenti di nomina legittimamente presi da parte del Plenum del Csm.
Squillace Greco, per la cronaca, il giorno dopo essere stato bocciato per l’incarico di procuratore del capoluogo toscano, è stato proposto all’unanimità per procuratore generale di Firenze, un incarico ancora più importante del primo dal momento che per legge il pg presso la Corte d’appello, oltre a svolgere una attività di coordinamento fra tutte le Procure del distretto, ha anche il potere di avocazione dei fascicoli. La nomina di Squillace Greco a pg dei Firenze avrebbe dovuto ‘tranquillizzare’ le toghe progressiste che dietro la scelta del Csm per Spiezia hanno intravisto l’ingerenza della politica.
“Accade infatti che nel confronto tra più candidati, a prescindere dai loro effettivi intendimenti, uno venga prescelto ipotizzando un suo ruolo di moderatore delle azioni giudiziarie già intraprese dall’ufficio, quelle che più disturbano i sonno di certa politica, e l’altro venga inteso come acceleratore”, avevano scritto in un comunicato le toghe di sinistra il giorno dopo la nomina di Spiezia.
“E che su questa percezione, sganciata dalla realtà, e non sui titoli specifici dei contendenti, si aggreghi il consenso dei componenti del Csm. Candidati valutati non per ciò che sono e che hanno fatto ma per ciò che si presume faranno una volta assunta la carica”, avevano quindi aggiunto, prima di affondare il colpo: “È l’ingresso della politica politicante e dei suoi interessi più inconfessabili all’interno dell’organo di governo autonomo dei magistrati. Non più passando dalla porta posteriore degli accordi notturni ed inconfessabili, ma dall’ingresso principale, con calpestio di tappeti rossi ed osservanza fedele del cerimoniale”.
Il riferimento a quanto avvenuto a maggio del 2019 all’hotel Champagne di Roma nel caso in questione fa, però, letteralmente a pugni con le norme. Se il ‘timore’ delle toghe progressiste è che Spiezia possa avere un occhio di riguardo nei confronti di fascicoli che interessano la politica, Squillace Greco, un loro esponente, sarebbe perfettamente legittimato ad intervenire.
Il sospetto – non dichiarato – è che il nuovo procuratore possa invece accendere un faro sulle modalità di conduzione dell’attività da parte dei pm della Procura del capoluogo toscano, ad iniziare da Luca Turco, l’attuale facente funzione ed anch’egli toga di Md. È inutile ricordare ancora una volta che l’attività della Procura di Firenze si è contraddistinta nell’ultimo periodo per iniziative discutibili che sono anche finite al vaglio del ministro della Giustizia Carlo Nordio. A parte l’indagine Open e la trasmissione di documenti che per la Cassazione dovevano essere distrutti al Copasir, l’ultimo caso in ordine di tempo è stato il mancato sequestro dell’hotel Astor dove il mese scorso è scomparsa una bambina di origini peruviane di cinque anni. L’hotel, chiuso nel 2020, venne occupato da decine di immigrati in condizione di illegalità diffusa. La Digos della Questura fiorentina aveva chiesto alla Procura di disporne il sequestro. Richiesta che era rimasta inevasa per mesi. Solo dopo la scomparsa della bambina la Procura aveva deciso di procedere.
La vicenda fiorentina, comunque, è anche l’occasione per riflettere sul ruolo del procuratore, come sottolineato dalle stesse toghe progressiste che prima non si erano accorte di nulla, “fornito di straordinari poteri, sganciati da qualsiasi responsabilità”. Il ruolo di procuratore “oggi costituisce il vero punto debole dell’autonomia della giurisdizione da ogni potere ed interferenza esterna”.
Sul fronte delle riforme della giustizia, dopo che il testo Nordio è stato bollinato dal Mef ed è ora sul tavolo del capo dello Stato Sergio Mattarella per la firma prima di essere inviato alle Camere, la magistratura associata ha iniziato un fuoco di sbarramento. “Invito la politica a ritrovare lucidità e a riflettere bene prima che la situazione sfugga di mano”, il cortese invito dell’Anm.
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