Il richiamo arriva da colui che con la svolta di Fiuggi portò il Movimento Sociale Italiano ad abbandonare i riferimenti espliciti al fascismo per qualificarsi, dopo il ‘cordone sanitario’ istituzionale andato avanti sin dal 1946, come forza politica legittimata a governare.

Gianfranco Fini, ultimo segretario di quel Msi e primo di Alleanza Nazionale, richiama ancora una volta la premier Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia sui temi dell’antifascismo, a due giorni dal primo 25 Aprile ‘festa della Liberazione’ con un esponente di destra a Palazzo Chigi.

Io credo che tutti si debbano chiedere perché e deve farlo soprattutto la destra, perché governa in prima persona. Spero che Giorgia Meloni voglia cogliere questa occasione per dire senza ambiguità, lei non è una donna ambigua, e reticenze che la destra italiana i conti con il fascismo li ha fatti fino in fondo quando è nata Alleanza nazionale. An condannò il fascismo. Giorgia Meloni ha questa sensibilità”, è l’appello arrivato dall’ex presidente della Camera intervenendo a ‘Mezz’ora in più’ su Raitre.

Fini spiega infatti di “non capire la ritrosia sulla parola antifascismo”, anche perché secondo l’ex leader della destra italiana la sua area politica “i conti li ha fatti, Giorgia Meloni dica, perché so che ne è convinta, che libertà, uguaglianza sono valori democratici, sono della Costituzione, sono valori antifascisti: non capisco la ritrosia a pronunciare questo aggettivo. La capisco ma non la giustifico”.

A due giorni dall’ennesimo 25 aprile fatto di divisioni e polemiche, la più forte riguardante le recenti uscite del presidente del Senato Ignazio La Russa, tra i richiami antifascisti non presenti nella Costituzione e la ‘gaffe’ su via Rasella, l’invito di Fini a Meloni è dunque quello di “dire chiaramente quello che so che ritengono veritiero: libertà, giustizia, solidarietà sono valori antifascisti, perché i sono valori della Costituzione”.

Non è la prima volta che, sempre ospite del programma di Lucia Annunziata sulla tv pubblica, Fini lancia stoccate e richiami al governo ‘amico’ ed in particolare ad esponenti di Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio.

Due mesi l’ex leader di Alleanza Nazionale e poi Futuro e Libertà nel commentare il caso Donzelli-Delmastro ricordò ai due che “non si confonde l’Aula del Parlamento con la piazza del comizio. Non si lanciano accuse, in questo caso infondate”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.