In aggiornamento
Firenze, Kata inghiottita in un buco nero | Tante le ipotesi: dal ricatto alla vendetta | Tensioni tra rumeni e peruviani: “La famiglia sa chi l’ha presa”
Dal ricatto alla vendetta, sono tante le ipotesi degli inquirenti che aleggiano intorno alla scomparsa della piccola Kata, sparita da sabato scorso a Firenze dall’ex hotel Astor di via Maragliano. Oggi quarto giorno di indagini e ricerche. Indagini che adesso hanno una traccia da seguire: quella di una testimonianza di una persona che, secondo quanto appreso, ha riferito ai carabinieri di aver visto un adulto portare via la bambina contro la sua volonta. Una scena che si sarebbe svolta nel cortile dello stabile occupato e che farebbe ipotizzare che possa esserci stata una seconda via di fuga, attraverso i palazzi dell’altro lato dell’isolato su cui si affaccia l’hotel, in via Boccherini.
Ieri, intanto, carabinieri e vigili del fuoco si sono concentrati qui, alla ricerca di una possibile base vicina all’immobile dove potrebbe essere stata nascosta la bimba anche se per un breve lasso di tempo. Ma le operazioni, finora, non hanno dato alcun esito. Si fanno comunque le prime ipotesi, circa il ‘movente’ che avrebbe portato al sequestro di persona, a scopo di estorsione (è il titolo di reato con cui è stato aperto il fascicolo assegnato per competenza alla direzione distrettuale antimafia fiorentina). Si scava nel passato della famiglia di Kata, nella vita burrascosa dentro l’ex hotel occupato, dove si vive sul filo della legalità.
In questo contesto potrebbero essere sorti asti, faide, ritorsioni. In mezzo anche un’altra novità. Miguel Angel Romero Chiccllo, padre della piccola Kataleya Mia Alvarez Chicclo, detenuto in custodia cautelare nel carcere fiorentino di Sollicciano dopo una condanna in primo grado per furto è stato scarcerato. Il tribunale ieri sera ha attenuato la misura cautelare, applicandogli l’obbligo di firma. Intanto la procura continua a sentire testimoni. Dopo la mamma di Kata, Katherine, l’amica Isabel, ieri è toccato allo zio materno, Abel, fornire al sostituto procuratore della Dda di Firenze, Christine Von Borries il suo racconto della giornata di sabato, quella in cui, intorno alle 3 del pomeriggio, si sono perse le tracce della piccola. Sono stati sentiti anche i bambini: il fratellino più grande di Kataleya e l’amichetta di cinque anni con cui stava giocando pochi minuti prima della sparizione. Avrebbero avuto una discussione e si sarebbero separate. E da lì comincia il buio.
I rumeni sbottano contro le accuse
“Siamo stufi. I rumeni non c’entrano nulla”. Il sequestro di Kata, la bambina scomparsa a Firenze sabato scorso, “riguarda loro. è una questione tra loro”, tra i peruviani che occupano l’ex hotel Astor. Dopo giorni di ‘assedio’ mediatico, esce allo scoperto una signora rumena per difendere la posizione dei connazionali che condividono l’occupazione. “Sono madre di quattro figli e faccio la badante. Conosco Kata, ha sempre giocato qui. Sto male per lei”, si presenta. La famiglia “sa chi ha preso la bambina, lo sa”. C’entrerebbe la lite di fine maggio “per le stanze”, dice, quando un altro sudamericano è precipitato in strada. “Gli hanno dato una botta in testa con un ferro- racconta- per la paura si è buttato. Dopo una settimana, la bimba è sparita. Non è questione di soldi”.
© Riproduzione riservata