La speranza si affievolisce
Firenze, nessuna traccia di Kata: passaggi segreti e intercapedini | La struttura dell’hotel Astor modificata dagli occupanti | La mamma: “Spero non la trovino lì”
Da più di una settimana, tutti stanno cercando la piccola Kata ma di lei non c’è più traccia. Questa mattina è ripresa l’ispezione a tappeto dell’ex hotel Astor di Firenze, l’immobile dove viveva la bambina peruviana di cinque anni scomparsa dal 10 giugno. Impegnati i reparti speciali dei carabinieri, tra cui Ros, Già e Sis.
La planimetria modificata dell’ex Hotel Astor: passaggi segreti e intercapedini
Ieri l’edificio, sgomberato sabato 17 giugno, è stato ispezionato per sette ore, durante le quali è stata scoperta un’intercapedine da cui è possibile accedere al cortile. In un cassonetto è stato trovato un cellulare. Nella parte superiore della struttura sono stati smontati i controsoffitti. Impiegate sonde in fibra ottica, oltre a telecamere e droni. Al setaccio ogni possibile nascondiglio, compresi tombini, cunicoli e tubazioni. Al vaglio degli inquirenti, infine, le immagini di una telecamera privata di sorveglianza, che è puntata sul muro di cinta del cortile dell’ex hotel.
La mamma: “Buon segno se non è ancora stata trovata dentro l’Hotel”
Il fatto che la bambina non sia ancora stata trovata dentro l’albergo è un buon segno secondo la madre che ipotizza un rapimento. “Spero che non la trovino qui dentro, perché sennò significherebbe che Kata non è più viva e invece io spero che lo sia” ha dichiarato la signora Kathrina Alvarez, che oggi è tornata all’ex hotel Astor insieme al fratello per radunare le proprie cose dopo essere stati allontanati in fetta furia nei giorni scorsi per paura di ritorsioni.
Infatti, due settimane prima della scomparsa di Kata, nello stesso albergo occupato l’ecuadoregno Medina Pelaez è stato spinto giù da una finestra del terzo piano. L’uomo dopo un volo di otto metri si è miracolosamente salvato. Per gli inquirenti questo il filo conduttore della tragica vicenda: sarebbe in corso una faida tra i due gruppi di sudamericani che gestivano il racket delle occupazioni nel palazzo ed altri traffici loschi. Una guerra fra bande, insomma, come causa alla base della scomparsa della piccola.
Attraverso i propri legali, i genitori della bambina hanno reso noto di aver ingaggiato come consulente il generale dei carabinieri in congedo Luciano Garofano, già comandante del Ris di Parma.
Tensioni tra rumeni e peruviani: “I genitori sanno cosa è successo”
“Siamo stufi. I rumeni non c’entrano nulla”. Il sequestro di Kata “riguarda loro. è una questione tra loro”, tra i peruviani che occupano l’ex hotel Astor. Dopo giorni di ‘assedio’ mediatico, nei giorni scorsi era uscita allo scoperto una signora rumena per difendere la posizione dei connazionali che condividono l’occupazione. “Sono madre di quattro figli e faccio la badante. Conosco Kata, ha sempre giocato qui. Sto male per lei”, si presenta. La famiglia “sa chi ha preso la bambina, lo sa”. C’entrerebbe la lite di fine maggio “per le stanze”, dice, quando un altro sudamericano è precipitato in strada. “Gli hanno dato una botta in testa con un ferro- racconta- per la paura si è buttato. Dopo una settimana, la bimba è sparita. Non è questione di soldi”.
I cani molecolari riportano sempre all’Hotel Astor
Nei giorni scorsi, il generale Gabriele Vitagliano dei Carabinieri aveva detto che era ragionevole ormai pensare che la bambina non fosse all’interno dell’ex hotel o nei palazzi vicini. Aveva citato le due perquisizioni fatte, una la notte tra sabato e domenica e un’altra domenica. Ma un elemento importante è che i cani molecolari, impiegati per cercare la bambina, hanno sempre riportato all’edificio occupato e a quelli vicini.
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