L’agenzia di rating Fitch ha ridotto di un gradino il merito di credito del debito pubblico italiano portando il giudizio a BBB-, ossia un solo livello sopra il limite che fa da spartiacque con il livello junk (non investment grade). L’outlook è stabile.

La decisione arriva a sorpresa dopo il giudizio di Standard & Poor’s che venerdì scorso aveva lasciato invariato il rating a BBB. Fitch stima una contrazione del Pil dell’8% nel 2020 per l’Italia e i rischi per questa previsione di base sono inclinati al ribasso. Attese domani possibili tensioni sui Btp.

“Il declassamento riflette il significativo impatto della pandemia globale Covid-19 sull’economia italiana e sulla posizione fiscale del sovrano – si legge in una nota dell’agenzia – . Fitch prevede una contrazione del Pil dell’8% nel 2020 e i rischi per questa previsione di base sono inclinati al ribasso, poiché si presume che il coronavirus possa essere contenuto nel 2020, portando a una ripresa economica relativamente forte nel 2021. In caso di un secondo ondata di infezioni e la diffusa ripresa delle misure di blocco, i risultati economici sarebbero più deboli per il 2020 e il 2021”.

LA ‘RISPOSTA’ DEL MINISTERO – I fondamentali dell’economia e della finanza pubblica dell’Italia sono solidi. Con queste parole, riportate in una nota, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, ha preso atto della decisione di Fitch di declassare il merito di credito della Repubblica italiana al livello BBB-, con outlook stabile.

“L’agenzia è intervenuta anticipando la valutazione del rating programmata per il 10 luglio –  si legge nella nota -. L’accelerazione sarebbe giustificata dal deterioramento in atto del quadro macroeconomico e della finanza pubblica. Si tratta tuttavia di effetti interamente dovuti a una causa esogena e temporanea. La valutazione degli impatti sulle prospettive di crescita e sul merito di credito sconta inevitabilmente un considerevole margine di incertezza. Le altre agenzie di rating hanno in effetti assunto un atteggiamento più prudente“.

“La valutazione non tiene conto delle rilevanti decisioni assunte nell’Unione europea, dagli Stati che la compongono e dalle istituzioni che ne fanno parte – spiega la nota del Ministero -. In particolare, non sembrano adeguatamente valorizzati l’orientamento strategico della Banca Centrale Europea e gli interventi che si stanno per realizzare con la condivisione delle responsabilità della gestione della reazione alla crisi e dei relativi oneri di finanziamento. I fondamentali dell’economia e della finanza pubblica dell’Italia sono solidi. Il sistema produttivo è molto diversificato, con un consolidato surplus commerciale e una posizione finanziaria netta nei confronti dell’estero molto vicina all’equilibrio. Il costo medio del nostro debito continua a diminuire, compreso nell’anno in corso, e la quota crescente del debito detenuta dalla Banca Centrale assicurerà anche per l’anno prossimo che l’esborso netto per interessi resti in linea con quello di quest’anno”.

“Le garanzie pubbliche che sono rilasciate in questi giorni – continua il Ministero – assicurano la liquidità all’economia italiana, migliorando anche, per questa via, le prospettive future della finanza pubblica. L’Italia ha tutt’ora un livello di garanzie statali basso, se confrontato con quello degli altri maggiori Paesi europei. Il Governo ha la piena consapevolezza dell’esigenza di affrontare questa crisi con misure che non siano solo di carattere emergenziale. Interverremo, anche con un’agenda di riforme e di investimenti, per aumentare il nostro potenziale di crescita, con attenzione ai vincoli e alla sostenibilità della finanza pubblica e alla necessità di confermare la traiettoria di riduzione del debito”.

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