L'editoriale
Fitto, il vicepresidente che unisce tutti. E per il Pnrr c’è una poltrona per due
Nei momenti importanti della storia gli italiani si dividono in due schieramenti di tifosi, come diceva Churchill, trattando la politica come fosse il pallone. Raffaele Fitto commissario alle Riforme e alla Coesione e vicepresidente esecutivo della Commissione diventa al tempo stesso “una grande vittoria” per il centrodestra e “un evidente passo indietro” per le opposizioni. Con le curve opposte degli ultras che urlano e gridano a più non posso. Certo, Gentiloni non era vicepresidente. Passo avanti. Ma le indiscrezioni gli avevano attribuito deleghe di maggior peso, sul budget, sull’economia. Passo indietro. Il centrodestra aveva assicurato posizioni inedite e prestigiose, per l’Italia. Il centrosinistra aveva lasciato parlare le Cassandre che preconizzavano una conclusione ingloriosa. Avevano tutti torto.
Dombrovskis, una poltrona per due
La partita alla fine assicura all’Italia un signor Commissario con deleghe per niente secondarie. Ma manca l’obiettivo di quelle che muovono i cordoni della borsa. E mette accanto a Fitto una poltrona per due: il commissario estone Dombrovskis dividerà con lui la delega sul Pnrr. Una situazione scomoda, tanto che Palazzo Chigi, per prevenire ulteriori polemiche, ha sentito il bisogno di specificare: “La Coesione vale nel complesso circa 378 miliardi (di cui circa 43 per l’Italia) per il ciclo 2021-2027. Per uno Stato come l’Italia, e specialmente per il Mezzogiorno, si tratta di un interesse nazionale primario”.
Il passo avanti
Hanno tutti ragione. E la promessa del Pd di votare Ursula, e dunque dare il benestare a Fitto, segna quel passo avanti che i riformisti ogni tanto riescono a fare. Gli altri del campo largo no, non la voteranno. “Non mi stupisce”, dice l’eurodeputata dem Moretti, che aspetta il rientro di Paolo Gentiloni in Italia, adesso, per poter rimettere in cammino anche il Pd.
© Riproduzione riservata