Le polemiche nel centrodestra e in Forza Italia per la posizione espressa da Silvio Berlusconi sul conflitto in Ucraina, sulle armi da inviare a Kiev e sul ruolo dell’Italia nel conflitto scatenato da Vladimir Putin lo scorso 24 febbraio non si placano.

Ultimo ‘episodio’ vede protagonisti il leader della Lega Matteo Salvini e la ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, che aveva già denunciato le “ambiguità” nelle parole di Berlusconi sulla guerra in Ucraina e su Vladimir Putin, (ex?) grande amico del Cavaliere.

Per capire il caos nel centrodestra bisogna torrnare al 17 maggio, quando Berlusconi partecipando a Treviglio ad una iniziativa di partito aveva accusato il segretario della Nato Stoltenberg e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden di mancanza di leadership e denunciando come l’Italia fosse “in guerra perché gli mandiamo le armi”, sottolineando le “forti ritorni dalle sanzioni sulla nostra economia” e il rischio di “ondate di profughi” dall’Africa per effetto della crisi del grano.

Altre dichiarazioni ‘controverse’ di Berlusconi, almeno per alcuni dirigenti del partito, sono arrivate anche nel corso della convention di Forza Italia a Napoli, dove l’ex premier ha parlato della guerra criticando le sanzioni imposte alla Russia dai paesi occidentali, e sottolineando che inviare armi all’Ucraina “significa essere cobelligeranti, essere anche noi in guerra“.

Gelmini, non presente a Napoli per altri impegni, aveva poi risposto a Berlusconi spiegando che “l’Italia non  può essere il ventre molle dell’Occidente e soprattutto non può diventarlo per responsabilità di Forza Italia: le parole di Berlusconi di ieri purtroppo non smentiscono le nostre ambiguità“.

Posizioni, quelle espresse da Berlusconi, più similo a quella di Salvini, che da settimane va chiedendo una ‘revisione’ sull’invio di armi al governo di Kiev. Non è un caso dunque che domenica, parlando alla scuola di formazione politica della Lega fondata da Armando Siri, Salvini si spinge alla difesa a spada tratta dell’alleato contro la ministra forzista, tra i leader dell’area più centrista e filo-Draghi di Forza Italia.

Prima di criticare Silvio Berlusconi qualcuno dovrebbe contare fino a cinquesono state le parole di Salvini -. Silvio Berlusconi è Silvio Berlusconi, con tutto quello che ha fatto nella vita. A uno può piacere o meno, ma lascia una traccia nella storia del nostro Paese”.

Un messaggio chiarissimo nei confronti proprio di Gelmini, la più critica nel partito contro le parole di Berlusconi. E non a caso a stretto giro arriva una replica al veleno al segretario del Carroccio: “Invito il segretario della Lega, Matteo Salvini, a rispettare il dibattito interno ad un partito che, per il momento, non è il suo”, è  stata la stoccata della ministra, sempre più a disagio nel far parte dell’alleanza ‘storica’ con la Lega.

Ho posto in Forza Italia un tema di linea politica su una posizione che comprendo bene non sia quella di Salvini, ma che riguarda la collocazione europeista ed atlantista di Forza Italia”, sono state le parole della Gelmini sul posizionamento del partito, ricordando come “un problema evidentemente esiste, visto che per due volte il partito è dovuto intervenire a chiarire, a prescindere da me”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia