Il retroscena
Forza Italia infastidita, dai rave al covid tutti i temi su cui il partito storce il naso

Raccontano che sia stato Antonio Tajani, in qualità di vicepremier e capodelegazione di Forza Italia nell’esecutivo Meloni, il primo ad alzare il dito: “Ma siete sicuri? Così finiamo per intercettare i ragazzini”. Poi, siccome al tavolo del Consiglio dei ministri si era accesa una bella discussione tecnica sul nuovo reato per punire chi organizza rave party tra il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano (magistrato), il ministro per le Riforme Elisabetta Casellati (avvocato), il ministro dell’Interno (che è prefetto), anche la premier Giorgia Meloni pare abbia precisato: “È chiaro che non intercettiamo i ragazzini”.
A leggere la norma pubblicata ieri in Gazzetta è vero però esattamente il contrario. E Tajani ci aveva visto giusto. Il decreto omnibus (nell’unico testo si mescolano sicurezza, giustizia e sanità, una scelta che avrebbe fatto impazzire i Fratelli d’Italia che stavano all’opposizione), alla voce “Nuove norme sui raduni pericolosi” si legge che il 434-bis istituisce una nuova fattispecie di reato: “Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”. Chiunque organizza o promuove l’ “invasione” – commessa da più di 50 persone – è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da 1.000 a 10.000 euro.
La pena fino a sei anni consente di disporre le intercettazioni per prevenire i rave, che vengono quasi sempre organizzati con un passaparola in chat e social coperti. È sempre ordinata la confisca “delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato… nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell’occupazione”. Dunque gli organizzatori saranno intercettati e comunque “seguiti” sulle piattaforme social per evitare che gli ospiti del rave possano anche solo iniziare il raduno. I tecnicismi in questo caso fanno la differenza. È chiaro che poi tutto dipende da chi e come gestirà l’indagine.
Ma ieri, ad esempio, si è già aperto il dibattito se il nuovo reato penale 434 bis potrà essere applicato, tanto per dirne una, alle occupazioni di scuole, università e fabbriche visto che anche questi “raduni”, oltre che organizzati su terreno e immobili pubblici, possono diventare “pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”. Ovviamente non è così. Ci sarebbe una sentenza della Corte di Cassazione del 2000 che esclude l’applicazione dell’articolo 633 (Invasione arbitraria di terreni ed edifici) in contesti scolastici e di lavoro. Ma una norma del genere allarga notevolmente le maglie dell’intervento della forza pubblica. Non è un caso se, pur essendo l’Italia uno dei pochi paesi in Europa che non ha una norma ad hoc contro i rave party tanto da diventare la capitale dei raduni musicali, finora non si era arrivati a mettere nero su bianco questa fattispecie.
La domanda è come si concilia la modalità law and order del governo Meloni con il garantismo che il centrodestra ha sempre alzato come vessillo identitario. E di cui Forza Italia è il portabandiera nella coalizione. A giudicare dai mugugni che si alzano dal partito di Berlusconi, il problema non solo esiste ma è anche grave. E non riguarda solo il garantismo. Delle tre norme approvate ieri gli azzurri hanno dubbi trasversali un po’ su tutte. La capogruppo Licia Ronzulli non ha apprezzato, ad esempio, il colpo di spugna sul Covid. “Il messaggio che potrebbe passare – ha detto – è che il governo strizza l’occhio ai no vax. La delegazione di Forza Italia su questo non getterà la spugna ed auspica un processo graduale per il superamento delle misure anti Covid”.
Sui medici no vax che tornano in servizio anche il capogruppo Cattaneo e il senatore Maurizio Gasparri sono “molto perplessi”. “È come se un militare fosse per il disarmo o un pilota non volesse salire su un aereo” ha detto Gasparri. Anche sul rinvio dell’entrata in vigore del nuovo processo penale riscritto dalla Riforma Cartabia “perché ce l’hanno chiesto i magistrati”, ci sono molti mal di pancia. Forza Italia ha un problema di merito e di metodo. “È come se fossimo a malapena sopportati – dice un big del partito – ci hanno fatto fuori tre sottosegretari (Mangialavori, Cappellacci e Barelli, ndr ) perché digitando google salta fuori che hanno problemi giudiziari. Dopodiché due di Fratelli d’Italia (Montaruli e Bignami, ndr) non sono messi meglio. E allora cosa fa Meloni? La garantista a senso unico?”.
I sottosegretari giureranno stamani (ore 11). Il colpo d’occhio non lascia dubbi: Forza Italia, che ha avuto l’8%, ha avuto “solo” 8 sottosegretari (di cui due viceministri), la Lega 11 e Fratelli d’Italia 18. Non solo: gli azzurri sono stati tagliati fuori dalle Presidenze di Camera e Senato. E contano tre ministri contro i cinque della Lega. Da oggi la squadra di governo è al completo. A Forza Italia non resta che scegliere la modalità “guastatore”: stare lì, tenere compatti (e anche questo non sarà semplice visto il numero dei delusi rimasti fuori da tutti nonostante le promesse) e non farne passare mezza. Si segnala che tra ministri e sottosegretari il Senato “perde” venti pezzi. Venti voti. Passa da 115 e 95 voti. La maggioranza è 101. La capogruppo Licia Ronzulli saprà tenerne di conto.
© Riproduzione riservata