Un articolo riapre la polemica
Fotografo del Cosenza bullizzato, giornale megafono della società riapre il caso: “Da vittima si sta trasformando in carnefice”
La notizia del fotografo del Cosenza Calcio che è stato “bullizzato” da uno steward a bordo campo ha fatto il giro del web. Tutte le testate nazionali hanno stigmatizzato l’accaduto dando piena e incondizionata solidarietà a Pasquale Golia e facendo appelli affinché episodi come questo non accadano mai più. Il Cosenza Calcio, fin da subito, ha manifestato piena solidarietà per l’episodio convocando il fotografo e omaggiandolo di una maglia, un gesto sicuramente apprezzato dal reporter stesso. Così come ha condannato il collaboratore che è stato temporaneamente sospeso dal suo incarico.
Persino il sindaco di Cosenza, Franz Caruso insieme al consigliere Damiano Covelli, ha voluto incontrare il fotografo per portare la solidarietà dell’intera città a Golia. La vicenda sembrava quindi chiusa grazie anche ad un accorato appello del fotografo nei confronti dello steward che ha smorzato le polemiche e l’ha invitato ad una stretta di mano per riportare la giusta serenità nell’ambiente.
Eppure quando tutto sembrava concluso a tarallucci e vino è spuntato un articolo su una testata locale che ha riaperto il caso e le polemiche. Infatti su IlDot è stato pubblicato un articolo che mette in dubbio la versione di Golia. Il pezzo, dal titolo “Il caso del fotografo che grida al bullismo e la sottile linea con il vittimismo“, allude a “Probabili nuovi sviluppi che potrebbero fare assumere altri contorni alla vicenda del fotografo che ha denunciato di essere stato bullizzato dallo steward“. Insomma passata l’ondata di solidarietà, dopo che il caso è addirittura arrivato alla ribalta nazionale, un piccolo giornale locale nascondendosi dietro un garantismo di facciata nei confronti dello steward “Personaggi pubblici e non, pronti come buona norma vuole in tempi di facili, veloci e feroci linciaggi mediatici, a chiedere la testa dell’orco macchiatosi di tale misfatto” e ancora “Chi ha dato voce allo steward? Chi si è preoccupato di ascoltare la sua versione dei fatti?“, prova a mettere in dubbio la figura di Pasquale Golia. Quella che, per tutta Italia, è diventata un simbolo contro il bullismo. Tra l’altro, nello stesso articolo, si parla di “disabilità del fotoreporter“, cosa sicuramente poco opportuna.
Ma l’articolo riesce ad andare persino oltre. “A qualcuno sta sorgendo il dubbio che la vittima si stia in realtà trasformando in carnefice“. Golia, quindi, dopo tutto quello che ha subìto diventa addirittura “carnefice“. Come se dopo tutto ciò che è successo, qualcuno osasse dire che Greta Beccaglia da vittima di molestie “si sta trasformando in carnefice di un bravo tifoso“. Una cosa non solo ridicola ma gravissima.
La cosa curiosa, però, è che la testata in questione è strettamente legata al Cosenza Calcio. Infatti il direttore, Daniele Cianflone, oltre a essere direttore de IlDot è anche “ufficio stampa” della società di Eugenio Guarascio. Cosa che trova conferma nel sito della società in cui è inquadrato come collaboratore dell’ufficio stampa il cui ruolo di responsabile è ricoperto da Gianluca Pasqua. Insomma il doppio ruolo colloca IlDot come ‘megafono‘ della società Cosenza Calcio.
L’attacco a Pasquale Golia, che ha immediatamente replicato con una lettera a Cianflone, sembrerebbe quindi strumentale anche se di difficile interpretazione, visto che ha riaperto una vicenda che era di imbarazzo per la società ed era stata superata in maniera abbastanza rapida ed efficace. La domanda che ci si pone a questo punto è: perché il Cosenza Calcio pubblicamente ha espresso la massima solidarietà al fotoreporter e poi attraverso una testata giornalistica il cui direttore è un suo dipendente ha provato a screditare il fotografo a cui aveva dato solidarietà?
L’articolo, come sottolineato da Golia nella sua missiva, “non è neppure firmato. Bene, parto da un principio cardine del giornalismo: quando si scrive una cosa […] il giornalista deve metterci sempre la faccia“. La mancanza di firma, tra l’altro, fa ricadere completamente la responsabilità nei confronti del direttore stesso. E a questo punto il giornale di Cianflone che chiude il suo atto d’accusa con una domanda a Golia (“Pasquale, cosa ti è stato detto di così mortificante da fare credere che tu sia stato bullizzato per la tua disabilità o il tuo aspetto fisico?”) dovrebbe, invece, preoccuparsi di dare qualche risposta: “Chi ha commissionato questo articolo contro Pasquale? Come è nato? Chi c’è dietro la firma Redazione? Che prove avete che Pasquale è un carnefice e non una vittima?“. E se non le volesse dare all’opinione pubblica ci auguriamo che le dia almeno al suo datore di lavoro…
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