L'omicidio per una scarpa sporca...
Francesco Pio Maimone ucciso per errore sul lungomare di Napoli, arrestati complici e fiancheggiatori di Valda: c’è anche la nonna

Arrestati complici e fiancheggiatori di Francesco Pio Valda, il 20enne che il 20 marzo 2023 uccise sul lungomare di Napoli l’innocente Francesco Pio Maimone, 18 anni, nel corso di una lite tra paranze per un paio di scarpe macchiate. Su delega del Procuratore della Repubblica di Napoli, la polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone la misura carceraria nei confronti di Salvatore Mancini, Giuseppe Perna, Pasquale Saiz, Rocco Sorrentino e quella degli arresti domiciliari nei confronti di Giuseppina Valda, Giuseppina Niglio e Alessandra Clemente, ritenuti gravemente indiziati a vario titolo di detenzione di armi comuni da sparo e favoreggiamento, tutti aggravati anche dalle modalità mafiose.
La misura è stata emessa all’esito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile in relazione all’omicidio di Francesco Pio Maimone, originario di Pianura, avvenuto durante la notte del 20 marzo 2023 in via Caracciolo. Gli accertamenti svolti hanno permesso di accertare che nei pressi di uno chalet sito in via Caracciolo si erano affrontati due gruppi di giovani a seguito di una lite per futili motivi. Uno dei partecipanti alla lite, individuato in Francesco Pio Valda, nell’allontanarsi dal luogo avrebbe estratto una pistola esplodendo diversi colpi d’arma da fuoco, uno dei quali ha ucciso il giovane risultato totalmente estraneo alla vicenda. Valda il giorno successivo è stato arrestato in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia. E’ il figlio di Ciro affiliato al Clan Cuccaro e deceduto in un agguato di camorra nel 2013.
Le successive attività investigative hanno fatto emergere elementi a carico dei sopra indicati destinatari che, a vario titolo, dopo che fu commesso l’omicidio, hanno aiutato l’autore ad eludere le investigazioni anche occultando l’arma da fuoco. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
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