Francia blocca l’esportazione del quadro di Cimabue trovato in una cucina: “E’ un tesoro nazionale”

La Francia ha vietato l’esportazione del ‘Cristo deriso‘, opera di Cimabue rimasta per anni appesa fra il salone e la cucina di una signora anziana a Compiègne, a nord di Parigi. La famiglia aveva sempre pensato che si trattasse di una semplice icona, della quale la proprietaria non aveva saputo indicare la provenienza, ma quando è stato chiamato un esperto per fare una stima in occasione di un trasloco, è emerso che si trattava di una rarissima opera di Cenni Di Pepo detto Cimabue, morto nel 1302, uno dei più grandi rappresentanti del pre Rinascimento.

Il quadro è andato all’asta a fine ottobre a Senlis: la prima volta da decenni che un Cimabue veniva venduto all’asta. Del valore stimato fra 4 e 6 milioni di euro, è stato venduto a oltre 24 milioni di euro, diventando il quadro antico più caro aggiudicato in una vendita pubblica al mondo. A comprarlo, la collezione privata Alana, appartenente a una coppia di collezionisti cileni che vivono negli Stati Uniti, specializzati in arte del Rinascimento italiano (una parte della collezione è attualmente esposta al museo Jacquemart André a Parigi). La collezione Alana si era aggiudicata l’opera di Cimabue arrivando prima del Metropolitan Museum di New York. Ma lunedì il ministero della Cultura della Francia ha bloccato tutto, annunciando di avere negato il certificato di esportazione dell’opera “a seguito del parere della Commissione consultiva dei tesori nazionali” perché intende conservare l’opera nelle collezioni nazionali.

A partire dalla notifica della decisione del governo francese all’acquirente, lo Stato ha 30 mesi di tempo per fare un’offerta di acquisto. “Grazie a questo tempo, tutti gli sforzi potranno essere mobilitati affinché quest’opera eccezionale venga ad arricchire le collezioni nazionali“, ha dichiarato il ministro francese della Cultura, Franck Riester. “Non sono sorpreso, lo Stato difende l’arricchimento del patrimonio“, ha dichiarato ad AFP Dominique Le Coënt, che aveva guidato la vendita all’asta. Sottolineando che “la sola cosa che ci importa è che questa misura venga esercitata realmente e che lo Stato abbia i mezzi di comprare” l’opera. Il ‘Cristo deriso’, pittura su fondo d’oro su un pannello di pioppo, 25,8 per 20,3 centimetri, sarebbe un elemento di un dittico del 1280 in cui, su otto pannelli di dimensioni simili, erano rappresentate scene della Passione. Finora erano note solo due delle scene, cioè ‘La flagellazione di Cristo’ (Collezione Frick, New York) e ‘La Vergine con il bambino in trono e circondata da due angeli’ (National Gallery, Londra).