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Francia: primi chiarimenti sulla morte di Nahel, visionate le telecamere pubbliche e quelle in dotazione ai poliziotti
Arrivano i primi chiarimenti sulla morte di Nahel, il ragazzo diciassettenne ucciso da un colpo d’arma da fuoco sparato da un poliziotto a Nanterre, in uno dei comuni della cintura parigina, vicenda che ha dato il via agli scontri di piazza dei giorni scorsi in molte città francesi.
Il quotidiano francese Le Monde ha potuto visionare una sorta di documento che riassume lo stato dei fatti della ricostruzione della procura che proprio ieri ha chiesto ed ottenuto il mantenimento della custodia cautelare nei confronti del poliziotto coinvolto nella vicenda.
La vettura, una Mercedes con un motore assai potente, l’AMG, noleggiata qualche giorno prima proprio a Nanterre, era stata notata il giorno precedente perché procedeva a velocità sostenuta sulle corsie riservate agli autobus pubblici. Quando le due moto della polizia la intercettano, provano a fermarla invano: l’auto scappa via e, dice il rapporto della polizia, “procedeva ad alta velocità con brusche accelerazioni, attraversamenti di semafori rossi e di incroci “alla velocità massima” e senza alcuna precauzione per i pedoni… Ha persino sterzato deliberatamente verso il collega (del poliziotto, ndr) che si era avvicinato”.
La procura ha verificato quanto scritto dai poliziotti nel loro rapporto ed ha trovato conferme: visionando alcune telecamere piazzate lungo il tragitto, in effetti la Mercedes è stata vista mentre ha rischiato di investire un ciclista e successivamente un pedone sulle strisce pedonali, che si è dovuto bruscamente scansare per evitare di essere colpito.
Ad un certo punto l’auto nella sua fuga si è fermata perché bloccata da altri veicoli ed i poliziotti sono scesi dalle loro moto per effettuare il controllo. Siamo a pochi secondi dal fatale colpo di pistola sparato dall’arma di uno dei due poliziotti. La telecamera in dotazione ai poliziotti riprende la scena ma soprattutto registra le voci. Uno dei due poliziotti batte il calcio della pistola sul tetto dell’auto per attirare l’attenzione dei tre ragazzi presenti nell’abitacolo dell’auto.
«All’inizio della sequenza – scrivono gli investigatori che hanno visionato il filmato – si sentono prima del colpo di pistola tre voci diverse, V1, V2 e V3, che interpretiamo così”
V1 : “… un colpo nella testa”
V2 : “Spegni ! Spegni !” (traduzione dal francese “coupé”)
V3 : “Toglietevi di mezzo !”
V1 : “Ti becchi un colpo in testa” (parole attribuibili al poliziotto che contemporaneamente agita il braccio destro).
V2 : “Spegni !”
Da queste prime analisi, sono gli stessi investigatori a sostenere che a pronunciare le parole “ti becchi un colpo in testa” è stato il collega del poliziotto che poi ha sparato il colpo mortale.
Restano certamente molte contraddizioni e punti oscuri in questa vicenda da chiarire. La prima versione data dalla polizia ad esempio, quella secondo la quale i ragazzi sarebbero scappati e solo allora il colpo sarebbe stato sparato (poi sconfessata dal video del passante che ha fatto il giro del web), pare che non sia stata mai messa a verbale dai poliziotti, neppure nei minuti successivi al tragico evento, e quindi rimane da capire la fonte. La versione del poliziotto che ha sparato il colpo, riportata nell’informativa visionata da Le Monde, è tutta ancora da verificare: non voleva puntare la pistola alla parte superiore del corpo ma a quella inferiore ma è stata l’accelerazione del veicolo a destabilizzare la mira.
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