Un totale di 45.000 poliziotti e gendarmi saranno mobilitati questa notte per cercare di arginare le violenze che hanno scosso la Francia dalla morte martedì di Nahel, ucciso da un poliziotto durante un controllo. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin,. Darmanin ha annunciato canche he saranno in strada anche “mezzi eccezionali” e “unità più specializzate”, come il Raid (unità di elite della polizia), la Brigata di ricerca e intervento (Bri) o il Gruppo di intervento della gendarmeria nazionale.

Pugno duro, dunque, dell’Eliseo, mentre il Paese è scosso da una seconda morte: un giovane manifestante a Rouen: è caduto dal tetto di un negozio a Rouen.

A Parigi, intanto, una manifestazione non autorizzata è stata dispersa dopo un paio d’ore di calma relativa a place de la Concorde, che è stata, di conseguenza, evacuata.

Si osserva una situazione simile a Lione, dove però alla manifestazione non organizzata è stato dato ordine di dispersione già da oltre un’ora e diversi scontri si sono da allora registrati fra manifestanti e polizia. Danni e saccheggi nel centro di Marsiglia, dove finora sono stati effettuati 42 fermi.

Intanto, il Presidente Macron si appella alle famiglie affinché tengano in casa i più giovani: preoccupato al punto da rinunciare alla prevista conferenza stampa alla fine del vertice europeo – fatto inabituale per lui – è rientrato per essere puntuale alla riunione della cellula di crisi del governo.

Nel contempo, dall’estero, si guarda con preoccupazione alla Francia, dove i fermi sono arrivati a quota 917. La Francia con la sua polizia, infatti, è finita nel mirino anche dell’Onu, che le ha chiesto di affrontare “i profondi problemi di razzismo e discriminazione tra le sue forze dell’ordine”.

Redazione

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