Frecciarossa deragliato, le testimonianze: “Ci siamo stretti forte la mano, siamo miracolati”

L’impatto è stato terribile e sarebbe potuta essere una carneficina. “Siamo stati fortunati, miracolati, sembrava di stare sulle montagne russe”. Sono le prime parole di Chiara, 30 anni, psicologa di Milano che per una trasferta di lavoro stamani era a bordo del Frecciarossa 1000 deragliato in provincia di Lodi. La donna ha parlato all’uscita del pronto soccorso dell’ospedale di Lodi, dove le è stata diagnosticata una contrattura cervicale.

“Credevo di essere morto. Sono musulmano, ho chiuso gli occhi e pregato”, ha raccontato un’altro dei feriti. Il giovane di 21 anni ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza, ha raccontato quei tragici istanti: “Non riesco a descrivere quel che è accaduto, non me ne rendo ancora conto. Il treno andava velocissimo, forse ai trecento chilometri all’ora. All’improvviso, poi, ho sentito una botta violenta. Un boato fortissimo. È inspiegabile. Ci siamo stretti forte la mano per evitare di cadere. Il vagone si è ribaltato – ricorda – e noi, in attesa dei soccorsi, siamo usciti attraverso un buco per metterci in salvo. Per un quarto d’ora, purtroppo, siamo rimasti bloccati a bordo”.

I soccorsi – “Impressionante” è così che i soccorritori hanno definito la scena che si è parata loro davanti all’arrivo nell’area accanto sull’autostrada del Sole dove è deragliato il treno Frecciarossa. Appena arrivati sul posto i vigili del fuoco hanno fatto uscire dai convogli i passeggeri e il personale a bordo, tutti in evidente stato di choc. Alle 7.15, all’arrivo della protezione civile, tutte le persone che erano sul treno si trovavano già in sicurezza fuori dal Frecciarossa.

“I feriti erano già usciti dal treno con le loro gambe tranne uno, non ci sono feriti gravi, poteva andare molto peggio. Una cosa positiva è che non c’erano molte persone sul treno e nelle prime carrozze che sono quelle che hanno subito i maggiori danni”. Lo spiega Giuseppe Di Maria, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Lodi presente sul luogo dell’incidente ferroviario in cui hanno perso la vita i due macchinisti. “I feriti erano spaventati, il nostro personale li ha tranquillizzati”, spiega l’uomo tra i primi ad arrivare a pochi minuti dall’incidente.

Il cordoglio per le vittime – Intanto continua il cordoglio e la vicinanza per i parenti delle due vittime, i macchinisti Giuseppe Cicciù,  51 anni,originario di Reggio Calabria e Mario Dicuonzo, 59 anni del casertano. “Conoscevo Giuseppe da 25 anni, era una persona senza ipocrisie, ben voluto da tutti, solare, disponibile. Gli piaceva questo mestiere, amava questo lavoro, lo svolgeva con serietà impeccabile ed era molto attento alla sicurezza”, ha detto Fortunato Foti, ferroviere e membro della segreteria lombarda della Fit Cisl.  “Sono talmente amareggiato e triste che faccio fatica a credere che sia morto – ha continuato Foti – Era una persona disponibile si prendeva in carico qualsiasi problema dei colleghi e andava fino in fondo. Abbiamo iniziato insieme nella Rsu e, quando passava in stazione Centrale a Milano, ci vedevamo sempre”.

Le reazioni – Il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, appresa la notizia del deragliamento del treno, ha espresso il suo cordoglio per i ferrovieri Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo, “due nuove vittime del lavoro”, e si è augurato che si faccia presto luce sulla dinamica del grave incidente, per garantire il diritto dei cittadini alla sicurezza nei trasporti.

“La morte di due macchinisti nel deragliamento del Frecciarossa vicino Lodi è una tragedia su cui è necessario fare chiarezza. Esprimo il mio cordoglio alle famiglie delle vittime e vicinanza ai feriti. Il mio ringraziamento va alla macchina dei soccorsi”. Lo scrive in un tweet il premier Giuseppe Conte, riguardo al grave incidente sulla linea alta velocità in provincia di Lodi.

“Presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica, chiedendo chiarezza e certezza circa l’accaduto, siamo pronti a costituirci parti civili, a favore di tutta la collettività”. Lo annuncia in una nota il Presidente del Codacons Marco Donzelli. “Una tragedia – afferma Donzelli – che ricorda sinistramente il deragliamento del treno regionale 10452 avvenuto a Pioltello il 25 gennaio 2018, che causò la morte di 3 persone e il ferimento di 46. Ancora non si hanno certezze circa cosa abbia innescato l’incidente ferroviario. Si tratta però di una situazione drammatica che getta una luce oscura sulla sicurezza del trasporto ferroviario italiano, a così poca distanza dalla tragedia avvenuta a Pioltello”.