“Votare a luglio sarebbe un dispetto ai campani, ma se anche si aprissero le urne a Ferragosto sarebbe sempre il centrodestra a vincere: De Luca arriverà terzo, superato anche dal Movimento 5 Stelle”. Fulvio Martusciello è convinto che gli elettori di Napoli e dintorni svolteranno a destra, sebbene tutti i sondaggi diano il governatore uscente per favorito. L’europarlamentare di Forza Italia, in passato assessore regionale alle Attività Produttive, boccia senza appello l’ipotesi di un cambio della legge elettorale, caratterizzato dall’abolizione delle preferenze e da listini bloccati, che ormai sembra essersi fatta strada.

Il governo ha inizialmente scartato l’eventualità delle elezioni regionali a luglio. Poi il ministro Boccia ha lasciato trapelare una disponibilità a rivedere quella decisione. Che cosa ne pensa?
“Boccia apre perché legato da vecchi rapporti e vecchi debiti al governatore pugliese Emiliano per il quale si avvicina la scadenza elettorale al pari di De Luca. Votare a luglio significa fare un dispetto agli elettori: in caso di recrudescenza della pandemia, l’apertura delle urne sarebbe pericolosa; in caso contrario, non si dovrebbe negare agli italiani il diritto di andare in vacanza e agli imprenditori quello di far ripartire le attività. Ma la verità è un’altra”.

Quale?
“De Luca può insistere quanto vuole perché si voti in estate. Ma se anche si votasse a Ferragosto, il centrodestra vincerebbe e lui arriverebbe terzo. Al governatore uscente manca la dinamicità del pensiero, è come un’auto da rottamare. Non è nemmeno capace di collegarsi su Zoom per partecipare a una seduta del Consiglio regionale da remoto”.

I sondaggi dicono altro…
“I campani sanno che la Regione si è fatta cogliere impreparata dall’emergenza. Dal punto di vista sanitario, tutti gli ospedali, eccezion fatta per il Cotugno, si sono trasformati in focolai. Senza dimenticare le ombre che si addensano sulla Soresa e il ritardo nell’allestimento degli ospedali modulari. Tutto ciò a causa della scelta di manager incapaci. A livello economico, i provvedimenti sono stati inferiori a quelli adottati altrove: in Piemonte sono stati subito erogati contributi a fondo perduto”.

Il centrodestra, però, dovrebbe avere un candidato…
“C’è ed è Stefano Caldoro che ha dimostrato di essere un ottimo amministratore, non come De Luca che ha ridotto la Campania a una barzelletta e da molti è considerato un comico come Totò o Macario. E poi Caldoro l’ha scelto Berlusconi”.

Lega e Fratelli d’Italia convergeranno su Caldoro?
“Berlusconi, Salvini e Meloni hanno dimostrato di saper scegliere candidati vincenti. L’investitura di Caldoro dovrà essere ufficializzata al termine di un confronto tra le varie anime del centrodestra, ma il suo è un nome sul quale si può convergere”.

Il ministro D’Incà l’ha escluso, ma lei sarebbe favorevole a regionali senza preferenze e con listini bloccati?
“Le preferenze legano l’eletto all’elettore attribuendo al primo una precisa responsabilità politica: diversamente si corre il rischio che qualcuno compri la candidatura”.

Secondo alcuni, però, l’addio alle preferenze ridimensionerebbe i potentati locali.
“Non vedo nulla di male in un sindaco che viene votato ed eletto in Consiglio regionale o in Parlamento perché radicato sul proprio territorio. Cosa diversa sono certi meccanismi che appartengono alla storia del Pci e del Pd: le liste bloccate hanno consentito a De Luca di imporre la candidatura alla Camera del figlio Piero che altrimenti non sarebbe mai stato eletto”.

Non vede alcun effetto positivo nella paventata modifica della legge elettorale per le Regioni?
“Effetti positivi non potranno esserci fino a quando l’assetto dei partiti non sarà regolato dalla Costituzione: fino a quel momento prevarrà l’arbitrio e lo spazio per candidature dettate dal merito sarà ridotto”.

Se si votasse a luglio, la campagna elettorale si svolgerebbe prevalentemente online: i partiti sono pronti a questa novità?
“Questa è una delle ragioni per cui votare a luglio sarebbe un folle atto di egoismo, tipico di chi, come De Luca, sa di essere giunto al capolinea. E poi le formazioni che non sono in Parlamento dovrebbero raccogliere le firme a sostegno della candidatura al Consiglio regionale: sarebbe impossibile farlo evitando pericolosi assembramenti”.
Il governo, per ora, ha previsto che le regionali si svolgano tra il 15 settembre e il 15 dicembre. Siete d’accordo?
“Superata la terza settimana di settembre, va bene qualsiasi data. Perfetto sarebbe il 25 ottobre, ma per la Campania la vera disgrazia sarebbe quella di essere ancora amministrata da De Luca”.

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Classe 1987, giornalista professionista, ha cominciato a collaborare con diverse testate giornalistiche quando ancora era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'università Federico II di Napoli dove si è successivamente laureato. Per undici anni corrispondente del Mattino dalla penisola sorrentina, ha lavorato anche come addetto stampa e social media manager prima di cominciare, nel 2019, la sua esperienza al Riformista.