L’accordo politico sulle misure contenute nel decreto rilancio è stato raggiunto. Si è protratto fino alla tarda serata il pre-consiglio che ultimerà nelle prossime ore l’esame delle varie norme. L’elevato numero di norme e la complessità di misure sta dilatando i tempi del pre-consiglio. E quindi il Consiglio dei Ministri è stato rinviato a domani, come si apprende da fonti di Palazzo Chigi. 

Il Consiglio dei ministri dovrebbe quindi dare il via all’intervento da 55 miliardi per affrontare la crisi causata dal coronavirus. Un parto travagliato, considerando anche che il decreto, di oltre 400 pagine, pesa più di una manovra e prevederebbe cassa integrazione, rinvii fiscali, bonus. E quindi lo stop all’Irap per le aziende (non condizionato alle perdite, come inizialmente ipotizzato), un cospicuo capitolo sulla scuola, aiuti per i lavoratori con un’estensione, ancora da definire. E poi un apposito bonus – probabilmente di 500 euro – per spingere le famiglie meno abbienti ad andare comunque in vacanza, con l’obiettivo di sostenere il settore turistico, tra i più colpiti dalla pandemia.

Si lavora quindi alle coperture del decreto. Il pre-consiglio ha lavorato per trovare, a quanto confermato da diverse fonti, sia i fondi per la piena copertura della cassa integrazione del decreto Cura Italia, sia risorse per misure come gli incentivi al personale sanitario. “Il presidente Conte, i ministri e le forze di maggioranza stanno lavorando senza sosta, confrontandosi costruttivamente e nel segno dello spirito di squadra, con un solo obiettivo: dare nelle prossime ore il via libera a una solida rete di sostegni, aiuti e investimenti a protezione di cittadini, famiglie e imprese alle prese con una crisi senza precedenti”, recitava una nota della presidenza del Consiglio.

Centrale la questione della regolarizzazione dei migranti, così come colf e badanti, che non è chiaro se entrerà nel lunghissimo testo. Palazzo Chigi spiegava in una nota che, nella notte di domenica, le forze di governo avevano raggiunto un accordo sul quale il ministero dell’Interno, guidato da Luciana Lamorgese, ha stilato un testo con le norme tecniche. “Quanto alla posizione del presidente Conte essa resta identica a quella già espressa nei giorni scorsi, nel corso di una intervista a un autorevole quotidiano: regolarizzare per un periodo determinato immigrati che già lavorano sul nostro territorio significa spuntare le armi al caporalato, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute tanto più in questa fase di emergenza sanitaria“, sottolineava la nota. A tirare il freno sull’intesa è ancora la frangia dei 5 Stelle guidati dal leader politico Vito Crimi, che non vorrebbero rischiare di perdere voti con una regolarizzazione. Crimi ha ribadito la sua contrarietà a scudi penali per i datori di lavoro che chiedono la regolarizzazione anche se chi ha la fedina penale sporca, per reati connessi allo sfruttamento, non potrà regolarizzare i lavoratori. L’opposizione, con in testa il leader della Lega Matteo Salvini attacca la cosiddetta “sanatoria”.

“Tutti i nodi sono stati sciolti ed è in corso la predisposizione del testo finale del Decreto Rilancio che recepisce tutte le modifiche tecniche concordate al pre-consiglio. In merito ad alcune indiscrezioni circolate in queste ore, si precisa che non c’è alcun problema di coperture riguardo al decreto stesso”, fanno intanto sapere dal ministero della Sanità. Il titolare Roberto Speranza ha dichiarato che “nessuno pagherà l’Iva sulle mascherine. La novità sarà introdotta nel dl rilancio”. “Stiamo per mettere 3 miliardi di euro sulla sanità pubblica, in una sola volta più soldi di quanti ne sono stati investiti negli ultimi tre anni. Assumeremo 9600 infermieri di famiglia, di comunità, aggiungeremo posti nelle terapie intensive e aumenteremo l’assistenza domiciliare e sul territorio, che è quello che può garantire velocità anche nei test. Dobbiamo investire nel contact tracing nessuno può tracciare l’intera popolazione. Nel frattempo abbiamo bisogno di darci delle regole per ripartire con cautela e prudenza”.

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