Funerale Papa Francesco, Roma pronta per l’evento storico. Ciciliano: “Attese 200mila persone, in campo tremila volontari”

È tutto pronto: oggi parte l’imponente macchina organizzativa e di sicurezza per il funerale di Papa Francesco. Fabio Ciciliano, capo Dipartimento della Protezione civile e commissario straordinario fino all’intronizzazione del nuovo Pontefice, è ottimista per quello che definisce «un evento storico».

Sono in arrivo centinaia di migliaia di fedeli da ogni angolo del mondo, quanti operatori saranno in campo?
«I bilanci li faremo alla fine, perché l’approccio con cui stiamo gestendo questo evento straordinario è quello della modularità e scalabilità, il che significa che la pianificazione è dinamica e i numeri delle forze in campo variano di giorno in giorno, secondo necessità. Detto questo, sicuramente parliamo di numeri molto importanti: circa 3mila uomini e donne del volontariato di Protezione civile, poi forze armate e di polizia, vigili del fuoco e sistema sanitario, ma anche aziende che gestiscono reti e servizi di pubblica utilità, da ferrovie e viabilità alla telefonia mobile. Un grande lavoro di squadra che è poi la cifra caratteristica del Servizio nazionale della Protezione civile».

Ai pellegrini vanno aggiunti i presenti per il Giubileo degli adolescenti. Parlare di mezzo milione di persone è realistico?
«Dal punto di vista della gestione dei flussi non è un singolo evento, ma una serie di eventi che presentano diverse complessità. Nell’arco di 48 ore oltre 150mila fedeli hanno portato l’ultimo saluto al Santo Padre nella Basilica Vaticana, e a questi vanno ancora aggiunti quanti, tra turisti e cittadini romani, si sono recati in piazza San Pietro senza accedere alla Basilica. Per i funerali sono attese circa 200mila persone, poi ci saranno quanti vorranno assistere al percorso del corteo funebre o visitare la tomba di Papa Francesco a Santa Maria Maggiore, il Giubileo degli adolescenti, il Conclave e l’intronizzazione del nuovo Pontefice. Va detto che la concomitanza con gli eventi giubilari significa che i flussi di fedeli si sovrappongono, ma anche che la pianificazione poggia sulle basi già in campo per gli eventi pianificati. Un esempio è l’area di accoglienza allestita a Centocelle, che era pensata per ospitare una parte dei ragazzi attesi al Giubileo degli adolescenti ed è stato prontamente ampliato per accogliere anche i tanti volontari di Protezione civile attivati per dare assistenza e supporto alle persone che in questi giorni hanno voluto e ancora vorranno dare un ultimo saluto a Papa Francesco. Lo stesso vale per il piano di assistenza sanitaria, che è stato adattato per i fedeli da subito, e successivamente anche tenendo conto delle delegazioni straniere attese».

Bisognerà gestire circa 170 delegazioni, i capi di Stato e di governo. Mica facile…
«La presenza delle autorità straniere aggiunge un altro elemento di complessità, sia sul piano logistico che dei profili di sicurezza, perché si tratta di coordinare l’arrivo e la partenza delle delegazioni in un tempo relativamente limitato. È un aspetto che stiamo seguendo in stretto raccordo la Farnesina, il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, la Prefettura e gli aeroporti, per far sì che tutto si svolga più ordinatamente e serenamente possibile».

Tornano alla mente i funerali storici di Papa Giovanni Paolo II. Dal punto di vista organizzativo, cosa è cambiato oggi rispetto al 2005?
«Sono passati 20 anni, che è un tempo lunghissimo dal punto di vista di come evolve la gestione delle emergenze: sono sicuramente cambiate le tecnologie, è cresciuto il volontariato di Protezione civile in termini di specializzazione e capacità di integrazione con le altre strutture di Protezione civile, ma si è trasformata anche la città e le abitudini delle persone. Per esempio, i telefoni cellulari del 2005 sono diventati tutti smartphone, motivo per cui abbiamo potenziato le reti di telefonia mobile, per garantire a tutti il traffico dati nell’area di San Pietro. Soprattutto, il 2005 non era un Anno giubilare, mentre quest’anno l’organizzazione si è basata su una serie di protocolli e sinergie già collaudate, che hanno portato a lavorare a strettissimo contatto con Roma Capitale, Prefettura e Questura».

Poi si passerà al Conclave e all’elezione del nuovo Papa. L’incertezza sulle date è un problema per voi?
«In Protezione civile l’incertezza fa parte delle regole del gioco: un’alluvione o un terremoto non si pianificano col calendario alla mano. Gestiremo anche la seconda fase di questo momento straordinario così come stiamo gestendo la prima, adattando le misure e le risorse in campo alle necessità che via via si presentano».

I protagonisti del dispositivo di gestione saranno anche i volontari. Perché il loro ruolo è così cruciale?
«Il volontariato di Protezione civile è una risorsa insostituibile, con un valore aggiunto rappresentato dal proprio mettersi a disposizione con uno slancio che è davvero entusiasmante: non sorprenderà nessuno sapere che abbiamo registrato un numero di disponibilità ben più alto dei circa 3mila volontari, tra locali e da fuori Regione, effettivamente impiegati. Ci sono loro in mezzo alla gente a dare indicazioni, prestare soccorso se necessario, offrire acqua, assistenza o anche semplicemente un sorriso a chi è in fila sotto il sole da ore».

Insomma, commissario, Roma è pronta per essere il centro del mondo?
«Con i suoi 2.778 anni di storia, Roma è una città non nuova agli eventi eccezionali, e all’accoglienza di persone da tutto il mondo. I funerali di Sua Santità Papa Francesco sono senza dubbio un evento storico, a cui abbiamo l’onore di poter dare un contributo, lavorando tutti insieme in sinergia, per fare in modo che si svolgano nel miglior modo possibile».