Il fattore Donald
Funerale Papa Francesco, tutti gli obiettivi puntati su Trump. Il protocollo del cerimoniale

Sabato mattina tutte le attenzioni saranno rivolte al sagrato della Basilica di San Pietro, dove i fedeli e i grandi della Terra daranno l’ultimo saluto a Papa Francesco. Si troveranno inconsapevolmente a pochi metri dal prossimo Sommo Pontefice: un dettaglio non da poco per tanti di quei leader accorsi a Roma per omaggiare la memoria del Santo Padre e dare il via a quella che è stata definita – forse con eccesso melodrammatico, ma non meno autentico – la “Il protocollo del cerimoniale. Il protocollo del cerimoniale della Santa Sede è rigidissimo e non contempla protagonismi di sorta, e anche chi ha una certa tensione adrenalinica per la prima fila dovrà farsene una ragione. A partire proprio dal più atteso tra i non cardinali: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che di non primeggiare almeno per la durata della Santa Messa dovrà prendere atto.
La precedenza
Il cerimoniale rispetterà la precedenza in ordine alfabetico in lingua della diplomazia, il francese: quindi Trump si troverà fianco a fianco a Emmanuel Macron o lo precederà di poco. Ad Ursula von der Leyen toccherà la vicinanza di Zelensky e dell’inviato di Taiwan, mentre la prima fila dopo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e l’argentino Javier Milei (e rispettive delegazioni) sarà occupato dai sovrani cattolici regnanti e dal Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Milei sarà a Roma con una corposa delegazione e omaggerà il Santo Padre nonostante i rapporti poco idilliaci degli anni passati, ma attenuati e in parte ricuciti da quando l’economista ha conquistato la Casa Rosada.
Tutti gli obiettivi su Trump
Assenti i premier di Polonia e Ungheria, Donald Tusk e Viktor Orbán. Ovviamente tutti gli obiettivi saranno puntati su Trump e sui suoi movimenti, sguardi e battute. Del resto, non è mai stato avido di spunti e non lo sarà neanche questa volta. The Donald è stato rapidissimo e ha bruciato quasi tutti nell’annunciare la sua presenza a Roma accompagnato dalla First Lady Melania e – a quanto pare – dal suo predecessore, il cattolico Joe Biden. Resterà negli Stati Uniti il vicepresidente Vance, l’ultimo ad aver incontrato Papa Francesco. Il motivo in questo caso non è stato chiarito, e potrebbe essere anche una scelta del tycoon di non essere condizionato dalla presenza di un fervente cattolico convertito come Vance. Allo stesso tempo però la decisione potrebbe essere stata dettata da un’oculata operazione atta a evitare speculazioni – prive di fondamento, ma di facile presa nel mondo social di oggi – su possibili interferenze dell’amministrazione Trump sui conservatori della Curia e soprattutto sui cardinali americani, con cui Vance ha una certa assonanza. Ipotesi bollata dallo stesso Donald come “complottista”.
Gli incontri bilaterali
Ma al di là di queste supposte capacità medicee di cui dovrebbe essere provvisto il presidente Usa, il motivo per cui il mondo osserverà le sue mosse saranno gli attesissimi incontri bilaterali, e in particolare quello con von der Leyen. Al momento la Casa Bianca nega che siano stati fissati dei faccia a faccia a margine dei funerali, ma Trump – parlando con la stampa – ha apertamente ammesso di avere un programma fittissimo di incontri, e che “tutti vogliono incontrarmi”. L’occasione è delle migliori, proprio in quanto – tralasciando il cerimoniale vaticano – regnerà l’informalità, e in questi contesti The Donald è solito dare il meglio di sé. Mistero per quanto riguarda la delegazione della Cina, con cui la Santa Sede ha lentamente ricucito i rapporti, ma pesa il riconoscimento del Vaticano a Taiwan. Nella Roma della Apostolica Sedes Vacans, il mondo si incontra per cercare un equilibrio nel disordine attuale, sperando forse di poter beneficiare dell’influsso dello Spirito Santo già all’opera all’ombra della Cupola di Michelangelo.
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