Battaglia: “Chi ti ha portato via è vittima e carnefice di una cultura corrotta”
Funerali Giovanni Guarino, fuochi d’artificio e colombe per l’ultimo saluto al ‘gigante buono’: “Non si può accettare”

Alle 15.30 in punto il piazzale davanti alla Basilica di Santa Croce a Torre del Greco era già gremito di tanti parenti e amici per dare l’ultimo saluto a Giovanni Guarino, il 19 enne ucciso con una coltellata al cuore il 10 aprile a Torre del Greco dopo una lite in una luna park per futili motivi. “Non si può accettare”, ha gridato disperata la mamma accasciandosi accanto alla bara del figlio. E intanto sono partiti i cori degli amici: “La morte non ci separa”.
La Basilica è gremita di persone, dall’esterno circa 500 persone hanno seguito la funzione celebrata dall’arcivescovo Mimmo Battaglia. Nel piazzale palloncini bianchi e azzurri e tanti giovanissimi con le magliette bianche con la foto di Giovanni Guarino e la scritta “Resterai per sempre nei nostri cuori”. “Ovunque tu sarai vivrai sempre con noi”, recita uno striscione affisso alla chiesa firmato ‘Gli amici di Sant’Antonio’. E ancora un altro: “Buon viaggio fratello”, firmato da ‘Giù a mare’. In chiesa la bara bianca coperta di fiori con la foto di Giovanni che sorride. “Solo con la povertà di questa nostra preghiera possiamo essere vicini a Rosa, Antonio e Marianna e ai familiari di Giovanni”, ha detto don Mimmo Battaglia all’inizio dell’omelia.
“Oggi Giovanni siamo qui insieme a te ma non sai quanto vorremmo stare altrove e svegliarci da questo brutto incubo – ha continuato Battaglia – Purtroppo siamo qui in questo doloroso Sabato Santo, con il cuore spezzato e il volto coperto dalle lacrime per accompagnarti in questo tuo viaggio. Siamo increduli, sgomenti per quanto accaduto, per questo tuo essere volato via troppo in fretta e ingiustamente. Perdonaci tutti, perdona noi adulti che con la nostra indifferenza, con il nostro voltarci dall’altra parte, abbiamo consentito alla cultura mafiosa di penetrare tra i giovani. Chi ti ha portato via è sia carnefice che vittima di una cultura corrotta, in cui l’immagine del sopruso, del predomino sull’altro va per la maggiore”.
E ancora: “Perdonaci perché se avessimo avuto coraggio di creare un sistema di vita contro quello di morte della malavita forse oggi non saremmo qui a piangere. Non è possibile che i genitori devono vivere con la paura di non veder tornare a casa i loro figli quando escono. I tuoi amici sono arrabbiati, disgustati, per quello che ti è accaduto. Ma dal cielo tu oggi ci dici che occorre trasformare la rabbia in energia di vita per costruire un sistema alternativo alla violenza delle mafie, all’indifferenza. A voi amici di Giovanni dico che questo dolore non sia inutile, serva a non farci più volgere dall’altra parte, a farci scegliere sempre di stare dalla parte delle vita. Cambiare è possibile, fatelo per Giovanni: dal cielo sarà lui la nostra forza”.
Alle parole di don Battaglia è seguito un lungo applauso tra le lacrime dei presenti. Poi il pensiero alla mamma: “Marianna posso solo sfiorare il tuo dolore abissale, questo dolore è solo tuo e nessuno può profanarlo, così come è sacro il dolore di tuo papà Antonio e tua sorella Rosa. Oggi nel cielo stai parlando con un’altra mamma, anche lei straziata dal dolore. Starai dicendo a Maria, in questo sabato santo, ti prendere tua mamma e i tuoi cari per mano per farli uscire da questa valle di dolore”.
All’uscita dalla chiesa la piazza gremita ha accolto la bara tra gli applausi e il lancio dei palloncini verso il cielo. Fuochi d’artificio sono esplosi per l’ultimo saluto a luigi mentre le colombe bianche prendevano il volo. Gli amici di Giovanni hanno trasportato la bara tra la marea di persone che affollava la piazza tra applausi, lacrime e commozione. Due minorenni, che si dicono innocenti, sono stati fermati per il delitto. Nella piazza all’ esterno della Basilica si sono raccolte circa 2 mila persone ad attendere la fine della cerimonia funebre. Palloncini, colombe bianche liberate in volo e fumogeni azzurri hanno salutato l’ uscita della bara, mentre un folto gruppo dei presenti ha scandito “giustizia, giustizia”.
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