Scompare un pezzo di storia
Funicolare Centrale, scompare la storica edicola nella stazione al Vomero: al suo posto tre cassonetti
Non c’è abitante del Vomero che almeno una volta non abbia comprato il giornale o il biglietto per la Funicolare nell’edicola all’interno della stazione della Centrale al Vomero. Un piccolo parallelepipedo stracolmo di giornali e piccoli giochi per bambini diventato un pezzo di storia del quartiere. Ora quell’edicola non c’è più, al suo posto sono stati piazzati i bidoni per la raccolta differenziata. E un vuoto che addolora: un altro presidio di cultura e informazione che non c’è più. Quell’edicola era lì da quasi un secolo.
Secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno, che ne ha dato notizia, l’edicola era chiusa da almeno un anno per un contenzioso tra il concessionario dello spazio ed Anm. Una questione burocratica insomma, che cancella un punto di riferimento importante per il quartiere e per il gran numero di passeggeri lì in transito. Chi passando di là non ha mai incrociato il sorriso gentile del signor Gerardo, l’edicolante? Era lui a gestire l’edicola da oltre 20 anni, tra un giornale lasciato al volo per non fra perdere la funicolare e una chiacchiera cortese.
Una tradizione di famiglia che Gerardo portava avanti: edicolanti erano suo nonno e i suoi zii. Secondo quanto racconta il Corriere, dovrebbe presto riprendere l’attività nell’edicola di via Solimene, di fronte al mercatino rionale. Un’altra delle edicole del vomero che da mesi aveva abbassato le serrande ed era rimasta lì, tristemente chiusa. Nella stazione della Funicolare Centrale al Vomero lo spazio dell’edicola resta vuoto, al suo posto tre cassonetti per l’indifferenziata.
“Viene a mancare così l’ennesimo punto di interesse culturale per il quartiere collinare – scrive un utente sulla pagina Facebook Vomero Arenella, cittadinanza attiva in difesa di Napoli – Molte le generazioni passate e presenti, come chi scrive, che l’avevano come punto di riferimento per l’acquisto di giornali e non solo. Dispiace tanto, ma ormai con la diffusione del digitale sempre meno persone acquistano le copie in carta. Sarebbe un tema importante, difatti, da affrontare la conversione di tali tipologie di esercizi commerciali. Per l’ultimo concessionario era una tradizione di famiglia, perché prima l’edicola era stata il lavoro del nonno e degli zii. L’ultima versione, quella che è stata malinconicamente eliminata, era stata sistemata lì dopo la riapertura dell’impianto nel 1996. Altre epoche con infiniti ricordi come per le vecchie carrozze della funicolare con i sedili rigorosamente in legno. Scompartimenti che ti portavano inevitabilmente e piacevolmente a colloquiare con i viaggiatori che ti ritrovavi al tuo fianco o di fronte. Si innescavano in quei lunghi e piacevoli dieci minuti della durata della corsa i più vari e colorati confronti, al punto tale di darti appuntamento all’indomani nello stesso scompartimento, sperando solo di non trovarlo occupato”.
“Quell’edicola era un’istituzione. Fino a qualche anno fa, mi fermavo puntualmente con mia nonna a prendere la settimana enigmistica e ricordo ancora quanto odiassi “perdere” dieci minuti abbondanti appresso alle chiacchiere che faceva con l’edicolante ogni santa volta da anni. Quando mia nonna ha iniziato a non stare più bene, andando più spesso a casa sua e prendendo quindi più volte la funicolare, iniziai io ad avere il rituale della chiacchiera, che ci scambiavamo dopo l’acquisto del giornaletto che le portavo ogni settimana.
L’ultima volta che andai, quando seppe che nonna non c’era più, mi abbracciò e la settimana enigmistica me volle a tutti i costi regalare”. Non lo dimenticherò mai”, racconta un’altro utente. E infine: “Un altro pezzo di gioventù che va via”.
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