Il podcast del direttore
G7, la passerella che non guarda ai nuovi scenari e la decisione sull’Ucraina passata in secondo piano
Così come titoliamo oggi in prima pagina, il G7 è più che altro una passerella. Questa l’opinione del mio giornale. Una sintesi magari un po’ sommaria, ma che dice molto di questi vertici a sette in cui spesso prevalgono il contorno mediatico e scenografico e i suoi tanti aspetti di colore. L’impressione è che questi signori che rappresentano una parte importante del mondo contemporaneo non si rendano conto di ciò che accade al di fuori dei loro palazzi: c’è bisogno di confrontarsi con i nuovi scenari globali e il G7 non sembra sia il contesto adeguato per farlo, soprattutto alla luce di tutto quello che nel mondo cambia: dalla crescente sfiducia dei cittadini nei confronti della politica tradizionale e delle sue forme incardinate negli stati nazione e nelle democrazie parlamentari all’emergere di poteri che crescono in modo esponenziale a partire dai padroni della rete, con cui certo bisognerà poi trovare degli accordi di governance, e dei soft power potentissimi come quello del Papa. Questo è il contesto in cui agisce il G7 e di questo io ho l’impressione che non si abbia una grande consapevolezza.
Il problema dell’aborto
La dimostrazione sta nel fatto che quello che emerge dalla prima giornata è uno scontro tra Meloni e Macron su come collocare il tema dell’aborto in uno dei documenti finali del Vertice. Intendiamoci è un tema fondamentale di grandissimo rilievo morale, sociale e politico però è un tema non specificamente all’ordine del giorno. La questione ieri è stata abbastanza palesemente strumentalizzata da Macron che ha sollevato le polemiche per l’assenza di menzione al diritto all’aborto nel documento conclusivo che lui ha immesso nella Costituzione francese. La Meloni ha ribattuto che non c’era ragione di farlo perché era inutile fare riferimento a documenti dei precedenti vertici. Fondamentalmente in questa disfida che non mi pare esaltante, penso che la Meloni abbia ragione.
Sullo sfondo c’è anche Biden che non è intervenuto sull’argomento ma che ha l’aborto come un tema abbastanza centrale di campagna elettorale. Probabilmente Macron intendeva sollevare il caso cercando anche una sorta di alleanza con Biden, ma la cosa non è riuscita. Insomma, questo mi è sembrato un momento poco edificante di questo G7, e finora è l’unico venuto fuori insieme all’altro tema, che invece è più importante, e cioè la decisione presa ieri di aiutare ulteriormente l’Ucraina con una dotazione di 50 miliardi di beni congiunti.
I deputati cercano di rubare la scena
Quanto agli altri temi, va detto che passerella per passerella in Italia ci sono i nostri eroi parlamentari che stanno facendo di tutto per rubare qualche inquadratura al G7 dandosele di santa ragione. Fondamentalmente le opposizioni, segnatamente il Movimento 5 Stelle deve recuperare visibilità dopo la batosta elettorale dell’europea e quindi inasprisce il più possibile i toni della sua battaglia. Anche provocando incidenti. Naturalmente dall’altra parte non è che ci siano degli stinchi di santo e lo ‘spettacolo’ che così il Parlamento finisce per offrire non è certo decoroso.
Tratto dal podcast RifoNews di venerdì 14 giugno
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